Da oggi scattano le sanzioni messe a punto dal Governo con il Dl aiuti bis per le aziende energetiche che hanno accumulato extra profitti dalla vendita del gas. Chi non paga – dovevano farlo già il 30 giugno – subirà una multa del 60% suo dovuto. Ieri per effetto delle previste sanzioni l’Eni ha rideterminato i calcoli secondo le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, e per l’azienda di Stato la somma da versare è balzata da 550 milioni a 1.4 miliardi. Come riflesso a Piazza Affari l’azienda ha perso il 4.87% e il titolo ha subito un netto ribasso. La vicenda Eni è solo un esempio del caotico intreccio che si è determinato sul prezzo del gas con conseguenze travolgono numerosi altri settori dell’economia, alle imprese, fino alla politica.
Costi, fisco ed elezioni
Nel complesso puzzle c’è di tutto, le crescenti tensioni geo politiche con la guerra in Ucraina; la Russia che ieri ha di nuovo interrotto le forniture di gas all’Europa con il gasdotto Nord Stream da cui si rifornisce attraverso la Germania anche l’Italia. Il pressing delle Associazioni di categoria che parlano di chiusure di attività, di blocco delle produzioni e di licenziamenti. Il voto del 25 settembre che incombe con i partiti e Associazioni di categoria che sollecitano interventi per decine di miliardi. Come detto quello delle società energetiche è un aspetto significativo di tutto il dossier gas, perché i partiti chiedono a loro di pagare parte dei fondi necessari per ridurre bollette e costi energetici in generale. Le aziende dal canto loro non ci stanno e contestano l’aliquota imposta dall’Agenzia delle entrate, passata dal 10 al 25%. Inoltre criticano duramente il metodo di calcolo.
Sta di fatto che dei 4 miliardi e 200 milioni previsti e stimati come incasso, a inizio luglio lo Stato ha finora ottenuto meno di un miliardo. Si vedrà nei prossimi giorni che livelli avrà il gettito e quante sanzioni scatteranno alle aziende insolventi.
Boccia e Marcegaglia
Sul come alleggerire l’impatto dei rialzi di luce e gas ci sono le richieste delle Associazioni di categoria. A parlare ieri due big confindustriali, gli ex presidenti Vincenzo Boccia e Emma Marcegaglia.
In numeri presentati tuttavia appaiono per ora irreali. Il Governo troverà nei prossimi giorni circa 10 miliardi, mentre per l’ex presidente di Confindustria, “Per avere una bolletta energetica sostenibile da un punto di vista economico e sociale occorrono almeno 60 miliardi, sempre che nei prossimi giorni non si assista ad ulteriori aumenti”, calcola Boccia che aggiunge, “Questa è la precondizione per salvare il Paese. L’emergenza energetica è il primo punto da affrontare per la nostra sopravvivenza”. Per le imprese italiani infatti il futuro dei costi di produzione è un gettare la spugna. “La Spagna”, ricorda Boccia, “non ha gli stessi costi energetici, e peggio con gli Usa dove l’energia costa 9 volte meno che da noi”. Stesso allarme da parte della ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. “Siamo in un momento paragonabile alla crisi dell’euro del 2010 o alla pandemia”, evidenzia, “Servono misure urgenti sui prezzi dell’energia a livello europeo o il mercato unico rischia di rompersi e la recessione sarà inevitabile, con conseguenze di lungo periodo”.
Meloni: bollette giù a costo zero
Per la leader di Fratelli d’Italia per contrastare il caro bollette è possibile agire “Senza scostamenti eccessivi si possono fare alcune cose, come ad esempio la proposta di Fratelli d’Italia di prevedere che non arrivi nessun guadagno per lo Stato dall’aumento delle bollette e si tagliano tutti gli oneri eccedenti”. “È una misura a costo zero”, sottolinea Giorgia Meloni, “Altra cosa, e su cui sono disposta ad andare in Parlamento domani, è dividere il costo dell’elettricità da quello del gas. Altra cosa che si può fare a basso costo. Siamo disposti a votarla domani”.
Letta: interventi rapidi
L’intervento sul caro-bollette dell’energia “dev’essere rapidissimo”, commenta il segretario del Pd Enrico Letta, che indica come realizzare: “un tetto delle bollette a livello nazionale, disaccoppiando l’elettricità prodotta con il fossile, da quella con le rinnovabili”. Per il segretario Pd inoltre bisogna intervenire in aiuto delle famiglie con l’introduzione di una “bolletta luce sociale che consenta il dimezzamento del costo”.
Gazprom, stop per tre giorni
Ieri a complicare il quadro delle difficoltà anche l’annuncio (atteso) della compagnia russa Gazprom che blocca il flusso del gas per i prossimi tre giorni. La decisione è stata resa nota dall’Eni, la società Italiana, “si riserva di comunicare eventuali aggiornamenti nel caso in cui vi fossero ulteriori variazioni significative nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom”.
Le iniziative europee
Sull’emergenza energia, sui costi in rialzo e come far fronte al blocco Gazprom, l’Unione pensa ad un Consiglio europeo straordinario che dovrebbe tenersi il 9 settembre.
“I prezzi dell’energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare questo problema insieme e con urgenza”, fa presente la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nell’ambito del proprio intervento al Baltic Sea Energy Security Summit a Copenhagen annunciando che nell’Unione Europa si è raggiunto “una media di riempimento degli stoccaggi dell’80%, l’importo che abbiamo concordato per quest’anno”.
Nomisma: alchimie di mercato illusorie
Ieri a sottolineare le difficoltà anche il presidente di Nomisma, Davide Tabarelli. “La domanda di luglio di gas dell’Italia, il secondo Paese più esposto dopo la Germania alla crisi gas, è calata solo del 3%, contro prezzi che sono aumenti di quasi 10 volte. Tale rigidità”, spiega Tabarelli, “conferma quanto sia essenziale il gas, e più in generale l’energia, per la nostra società, per la quale è evidente carenza di capacità su cui non si investe, mentre si continua a parlare di alchimie di mercato nella convinzione, infondata, che bastino magicamente a riportare normalità”.