Il primo ministro israeliano, Yair Lapid, non è convinto dell’efficacia della bozza di accordo europea sulla riduzione del programma nucleare che riguarda l’Iran, attualmente in esame a Washington, e ha ribadito che gli Stati Uniti non raggiungeranno una buona intesa con il Paese senza esercitare in caso di inadempimenti pesanti sanzioni e una minaccia militare credibile.
“Le potenze mondiali devono convincere l’Iran a firmare un accordo molto migliore: quello che gli stessi americani definiscono un accordo più lungo e più forte – ha detto Lapid – Tale accordo può essere raggiunto solo con eventuali sanzioni e una minaccia militare credibile”. Un buon accordo, ha spiegato Lapid, deve essere più lungo cioè “senza data di scadenza”, e più forte cioè “con un controllo più stringente anche sul programma missilistico balistico iraniano e sul suo coinvolgimento nel terrorismo in Medio Oriente Est”. Lapid ha ribadito che Israele non è parte dell’accordo né dipende dalle decisioni delle potenze mondiali, e che nessun accordo tra loro toglierà libertà d’azione a Israele contro il programma nucleare della Repubblica Islamica.
L’accordo non dovrebbe consentire all’Iran di ottenere cento miliardi di dollari all’anno senza chiare dimostrazioni di moderazione da parte di Teheran. Un’altra preoccupazione che Israele ha sollevato con Usa e altri alleati è che l’Iran si stia arricchendo accumulando più uranio di quanto si sappia, mentendo all’AIEA.