sabato, 16 Novembre, 2024
Europa

Energia: nel 2022 l’Europa ha speso 170 miliardi in più

In meno di un anno l’Europa ha pagato al resto del mondo spese extra pari a 170 miliardi di euro a causa degli aumenti dei prezzi energetici. Tra i maggiori beneficiari c’è la Russia di Vladimir Putin. Lo segnala un documento del Centro studi di Unimpresa sullo scenario economico internazionale.

Uno degli elementi più preoccupanti, in questa fase, è l’inflazione. A breve la Bce potrebbe ulteriormente alzare i tassi di interesse di pochi decimali anche se per ora non c’è accordo nel direttivo dell’Eurotower: si ragiona su un aumento di un ulteriore 0,25%. Questa decisione, osserva Unimpresa, serve per contrastare aumento inflazione, ormai stabilmente sopra l’8% e per spingere la crescita economica.

“L’allungamento guerra, però, potrebbe portare a recessione in Italia e non solo. La Bce fa la sua parte, ma non basta. Per compensare l’inflazione, bisogna intervenire sugli stipendi e per farli aumentare ci sono due possibilità: aumenti concordati con i rinnovi dei contratti collettivi (sono scaduti oltre 50 ccnl di 10 milioni lavoratori) oppure un taglio importante delle tasse (Irpef) che faccia aumentare subito il reddito disponibile delle famiglie; e questa seconda ipotesi è da preferire, considerando che la congiuntura non consente alle imprese di apportare maggiori costi del costo del lavoro”, commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi.

“Il 25 settembre deve segnare una svolta fondamentale per questo Paese, un punto per una definitiva ripartenza, perché abbiamo bisogno di una maggioranza stabile e di un governo forte, capace di ragionare sul lungo periodo”, osserva Longobardi. Nella sua analisi, Unimpresa spiega che “la Banca centrale europea insegue la Federal reserve americana su rialzo tassi e ricorda che negli Stati Uniti l’inflazione è oltre l’8%, in Gran Bretagna al 10%.

Ma il rialzo coi tassi, ecco un elemento preoccupante, coincide con la brusca frenata dell’economia: il problema per l’Europa e per l’Italia, pertanto, sarà la crescita zero o addirittura la recessione. Questa situazione è confermata dalle motivazioni con cui la Commissione europea ha esteso anche per il 2023 il congelamento delle regole sulle finanze pubbliche il cosiddetto patto di stabilità. In sostanza, la Commissione Ue è preoccupata per la forte incertezza causata dalla guerra, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue interruzioni delle forniture di materie prime. Tuttavia, l’Europa concederà flessibilità solo per ridurre la bolletta dell’energia con qualche sostegno mirato oppure per interventi per i rifugiati ucraini: non saranno più permessi interventi generalizzati che mobilitano miliardi solo per far girare l’economia, come, ad esempio, il Superbonus”.

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