Quattro punti a favore dell’Italia. Quelli segnati finora dal Paese che hanno evitato alle incertezze di ampliare la crisi economica e sociale. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che sottolinea i tre punti chiave: il boom delle presenze turistiche; la forte ripresa degli investimenti, in particolar modo nel settore delle costruzioni, e al buon andamento delle esportazioni, e con queste le misure di contenimento dell’inflazione, messe in campo dal Governo dimissionario. Contro il rincaro dei prezzi energetici e a favore di famiglie e imprese, nel 2022 sono state impiegati aiuti per 52 miliardi di euro.
I quattro punti a vantaggio
Turismo, edilizia, export e incentivi hanno garantito al Paese, “almeno nella prima parte di quest’anno, un discreto risultato economico che pochi avevano previsto”, spiega la Cgia, “Senza aiuti l’inflazione sarebbe balzata sopra il 10 per cento”. A calmierare i prezzi la riduzione degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas, la riduzione dell’Iva sul gas per usi civili, i crediti di imposta sulle bollette energetiche delle imprese, la riduzione delle accise sui carburanti, il bonus da 200 euro per i redditi fino a 35mila euro, che però “solo in parte hanno frenato il caro vita (+ 8 per cento in un anno), ma, comunque”, osserva la società mestrina, “sono state determinanti per mantenere la spinta inflazionistica sotto la soglia del 10 per cento”.
Ottenuti risultati importanti
Per gli analisti dell’Ufficio studi della Cgia, sono stati raggiunti risultati apprezzabili. “Certo, si poteva fare meglio e di più, tuttavia, in una fase di grave incertezza politica e con una guerra alle porte, il risultato ottenuto non va assolutamente disprezzato”, sottolinea ancora l’Ufficio studi, “Ricordiamo, altresì, che questi 52 miliardi di spesa corrente non andranno ad aumentare il deficit pubblico”.
Energia, chi ha eluso il fisco
Per la Cgia c’è un punto controverso, quello dei profitti sull’energia. “Bene le entrate, ma le grandi imprese energetiche hanno eluso il fisco”, evidenzia la società di ricerche economiche e sociali, “Grazie alla crescita del Pil e agli effetti dell’inflazione, le entrate tributarie e contributive del Paese nei primi sei mesi di quest’anno sono cresciute di 39 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”.
Colpo all’erario di miliardi
Un incremento che poteva essere ancor più significativo, per la Cgia, “se le grandi imprese energetiche non avessero adottato un comportamento elusivo che, fino ad ora, è costato all’erario un mancato gettito di poco superiore ai 3 miliardi di euro”.
I conti che non tornano
Infatti, segnala la Cgia, “dei 4,2 miliardi di euro attesi entro il 30 giugno scorso con la prima rata del contributo straordinario sugli extraprofitti imposto nei mesi scorsi dal Governo Draghi, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo”, rivela la Cgia, “Se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel decreto Aiuti bis non avesse effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti”.
Autunno complicato
In vista del prossimo autunno sono molte le nubi minacciose che si stanno addensando sul nostro Paese. “Tutti noi speriamo che alla fine non si scatenino lampi e tuoni, ma faccia capolino qualche raggio di sole che ci consenta di rasserenare questo momento così delicato”, racconta la Cgia che non nasconde le sue preoccupazioni, “Tuttavia, le incognite che gravano sulla nostra economia sono molto “allarmanti”: il caro energia, l’esplosione dei prezzi, gli sviluppi della guerra in Ucraina e una possibile recrudescenza del Covid stanno turbando la serenità di famiglie e imprese”. “Anche per poter affrontare con determinazione queste criticità è auspicabile”, scrive infine la società di analisi socio economiche, “che dalle urne del prossimo 25 settembre “esca” una maggioranza ampia e solida in grado di esprimere un Esecutivo autorevole che traghetti il Paese fuori da questo momento così complicato”.