domenica, 17 Novembre, 2024
Cronache marziane

L’Europa e la legge dell’entropìa

Scaduto il termine per la presentazione delle candidature da parte di ciascuno dei Partiti politici o che parteciperanno alle elezioni del prossimo Parlamento, Kurt il marziano mi ha fatto notare che l’unico elemento che ha accomunato le diverse forze che si contendono la vittoria è nell’insoddisfazione degli esclusi.

Ogni volta è così – Gli ho risposto – capitava nella Prima come nella Seconda Repubblica e ora che siamo entrati (quasi senza accorgercene) nella Terza, la consuetudine di ascoltare i giubilati che sparano a palle incatenate sui segretari dei rispettivi Partiti non è venuta meno, perché qui – a differenza di quello che accade sugli altri pianeti – ricevere la delega dal Popolo Sovrano è considerato un onore, anziché un onere e sono passati i tempi di quando l’occupazione di uno scranno nelle assemblee legislative era da considerare  un obbligo piuttosto che un privilegio: almeno così sostenevano i Greci del tempo antico.

Il Marziano non mi è sembrato però convinto da questa considerazione e ha ascoltato quasi con noia il mio ripercorrere le vicende della democrazia da Pericle fino ai nostri giorni.

Con gesto scortese infine, mi ha salutato quando ancora stavo illustrandogli cosa accade con il tramonto dello Stato liberale e l’avvento del Fascismo, così privandomi anche della possibilità di spiegargli perché le accuse oggi mosse dal PD al partito di Giorgia Meloni possano essere giudicate ai limiti del ridicolo.

 Ma poiché Kurt ha un suo galateo personale, dopo due giorni di assenza mi ha fatto sapere di essere andato a fare un giro per l’Europa al fine di comprendere come se la passassero in Francia (dove Macron ha perso la maggioranza parlamentare) e nel Regno Unito (dove a Johnson è accaduto altrettanto, anche se ad opera del proprio partito di appartenenza e non dell’opposizione).

La curiosità del Marziano era, d’altronde, sicuramente giustificabile perché – in pratica – buona parte dei Paesi europei sta subendo una crisi dei rapporti di fiducia fra Governi e Parlamenti e questa circostanza (o meglio, questo insieme di circostanze, che superano i rispettivi assetti costituzionali, arrivando ad un disequilibrio che potrebbe – prima o poi – travolgere le stesse istituzioni dell’Unione, riflettendosi pure sul completamento del processo avviato con la Brexit, ancora lontano dalla sua effettiva conclusione) sembra voler essere utilizzata perfino dall’oligarchia russa per tentar di rovesciare in proprio favore le negative prese di posizione finora espresse a proposito della famigerata “operazione militare speciale” che tanto ci ricorda le origini della seconda guerra mondiale.

L’Europa nel suo insieme – a prescindere dai confini fisici e politici che tentano di descriverla come unica Entità –  sembra in realtà caduta sotto i condizionamenti di quella “Legge dell’entropìa”(intesa come inevitabile passaggio dall’ordine al disordine) secondo la quale ogni manifestazione continua e costante del nostro agire tende a creare uno stato di disordine difficilmente controllabile da chi agisce e comporta così imprevedibili conseguenze per l’attore, chiunque esso sia.

Questo passaggio dall’ordine al disordine però non è inevitabile, visto che la fisica ci insegna che può essere rallentato ad un punto tale da rendere il passaggio stesso praticamente impercettibile: occorrono però alcune cautele per ottenere un simile risultato, la prima delle quali consiste nel saper prevedere le conseguenze di ogni comportamento finalizzato al raggiungimento di un determinato obiettivo.

Quella legge d’altronde colpisce inevitabilmente l’oligarchia russa non meno delle democrazie europee, per cui hanno ben poco da sperare gli oligarchi dall’esito delle crisi istituzionali che colpiscono, con modalità e accenti diversi, le singole nazioni dell’Europa.

Ho tentato di spiegare quanto sopra a Kurt dopo avere ascoltato il resoconto dei suoi viaggi, ma non mi sembra di averlo convinto, perché lui ritiene che la crisi dell’Italia sarà ulteriormente aggravata dal cambio di segno politico che il nuovo Parlamento dovrebbe, con ogni probabilità, subire.

Il passaggio dagli obiettivi del Centrosinistra – ormai non più digeribili degli elettori – a quelli del centrodestra – sicuramente più appetibili dopo anni di mal governata pandemia e di una nuova crisi economica alle porte – potrebbe infatti essere contrastata dall’Unione Europea, ancora legata alle regole del Patto di Stabilità, tuttora sospeso ma non ancora modificato.

Il Marziano insomma continua a dimostrarsi un europeista convinto – senza se e senza ma – anche perché Lui può sempre tornarsene sul suo pianeta, lasciando noi nelle peste.

Noi, a nostra volta però, potremmo sempre recuperare la nostra sovranità: anche se speriamo che non ce ne sia bisogno: né ora, né mai.

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