martedì, 17 Dicembre, 2024
Società

Il 33,5% dei giovani ha assunto comportamenti offensivi su internet

Negli ultimi anni il problema dei rischi connessi alle interazioni online tra i giovani e giovanissimi ha assunto sempre maggior peso nel dibattito pubblico. Il 33,5% dei ragazzi ammette di aver assunto, con diversa intensità, comportamenti offensivi su internet nei confronti di qualcun altro nel corso dell’ultimo anno. Le ragazze (22,7%) sembrano essere meno propense a compiere azioni di cyberbullismo rispetto ai maschi (44,4%). Il 71% invece riporta di aver subito aggressioni e offese, in maniera simile tra ragazzi e ragazze.

È quanto emerge da un’indagine realizzata dalle ACLI di Roma e provincia in collaborazione con l’IREF (Istituto di Ricerche Educative e Formative), che ha coinvolto circa 800 adolescenti tra i 13 e i 18 anni e che è stata realizzata in occasione della chiusura del progetto Rete Solidale, un percorso di formazione e informazione per prevenire comportamenti a rischio come bullismo e cyberbullismo e l’acquisto di droghe online, rivolto alla fascia di studenti del primo Biennio della Scuola Secondaria Superiore.

In generale, gli adolescenti intervistati utilizzano il Web principalmente per comunicare con i propri amici o per svago e finalità ricreative; una buona parte tuttavia usa la rete per informarsi (67,0%; i ragazzi +12% delle ragazze, e gli adolescenti +7% dei 13-14enni) e come supporto ai compiti scolastici (83,9%; i ragazzi +4,4% delle ragazze, senza differenze di età). Tra i social network, Instagram ha preso il posto di Facebook – il 95,8% ha un account sul primo mentre solo il 53% sul secondo; quest’ultimo social è diffuso tanto quanto ambienti più recenti come Snapchat (52,1%) e meno di piattaforme più passive in termini di interazioni come YouTube (68,2%).

Gli eventi negativi più frequenti in rete sono l’aver ricevuto negli ultimi dodici mesi messaggi molesti online da parte di terzi (23%), l’essere stato escluso da gruppi online o da attività su internet (10,4%) e l’aver subito minacce in rete (6,9%). Non c’è differenza tra maschi e femmine. Ad eccezione dell’esclusione dai gruppi online, tra gli adolescenti aumenta la probabilità di aver avuto esperienze negative – messaggi aggressivi e minacce.

I dati ACLI Roma/Iref evidenziano come internet è stato, fin dagli albori, tanto uno spazio di libera espressione quanto lo specchio dei desideri umani. La pornografia e i contenuti erotici fruibili online sono facilmente reperibili e molto diffusi; e i ragazzi non sono esenti dal contatto con questo mondo. Nell’ultimo anno, due ragazzi su tre hanno infatti ricevuto o inviato messaggi a sfondo sessuale o hanno cercato materiale pornografico. Solo il 7,2% ha invece inviato foto o video di questo tipo. Secondo lo studio le ragazze sono le più distanti da questo mondo: una su due non ha interagito in nessun modo con questi contenuti, contro invece l’11% dei ragazzi. Questi ultimi dichiarano di aver cercato o ricevuto online immagini e video nell’81,3% dei casi; tra le ragazze solo il 29,7% ha fatto la stessa cosa. Infine, quasi una ragazza su cinque ha ricevuto – e solo ricevuto – questo tipo di materiale (16,4%); per i ragazzi, lo stesso evento è molto raro: il 3,5% dei casi. La ricerca evidenzia anche come siano numerosi i contenuti negativi che i giovani stessi possono ricercare su Internet, contenuti che mediante i meccanismi di propagazione tipici dei social media possono arrivare a mettere a rischio l’incolumità personale.

Il 34,9% delle ragazze ha cercato nell’ultimo anno informazioni su come dimagrire; il valore è del 12,7% per i ragazzi. Meno diffuso l’autolesionismo: ha cercato informazioni l’14,7% delle ragazze e il 6,6% dei ragazzi. Il 17,5% dei ragazzi di sesso maschile ha utilizzato Internet per scommesse e giochi d’azzardo, a fronte di un 3,2% tra le ragazze. L’acquisto di sostanze stupefacenti su Internet è abbastanza raro – 2,0% – ma la curiosità spinge i giovani a cercare informazioni nel 22,8% dei casi; ciò è più frequente tra i maschi che tra le femmine (25,6% vs 20,2%) e più tra gli adolescenti – 24,5% contro il 16,4%. (Italpress)

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