Parole chiare in stile austero e teutonico. In Germania le autorità per l’energia sono chiare sé non perentorie. Le famiglie dovranno risparmiare sui consumi dell’energia, altrimenti lo Stato il prossimo inverno farà scattare i razionamenti della distribuzione del gas. “Se non raggiungiamo il nostro obiettivo – taglio del 20% dei consumi – allora”, sottolinea il capo dell’Agenzia federale di rete tedesca Klaus Muller, “c’è il serio rischio di non avere abbastanza gas”. La Germania si prepara al peggio con anticipo, lasciando in produzione anche due vecchie centrali nucleari. In Italia il dibattito sull’autunno energetico con le elezioni del 25 settembre in vista, si è per così dire, ecclissato. Ora i ragionamenti ruotano su candidati e collegi. Definite le liste inizierà il confronto. Il tema del gas sarà una prima grana seria. I partiti dovranno affrontare la raffica di aumenti delle bollette. Un record negativo che monopolizzerà il dibattito.
Clò: ad ottobre gas alle stelle
Gli allarmi si moltiplicano, per lo più da parte di ricercatori ed economisti, come nel caso dell’economista Alberto Clò ex ministro dell’Industria, direttore della rivista Energia. Clò ricorda come i prossimi mesi saranno duri. “Mentre il ministro del governo dimissionario Cingolani continua a rassicurare l’opinione pubblica e specie le famiglie che quest’inverno potranno comodamente riscaldarsi col gas, sempre siano in grado di pagarselo, dai mercati vengono segnalazioni esattamente e profondamente contrarie”, sottolinea Cló che aggiunge, “l’Arera, l’Autorità per l’energia, parla di problemi di approvvigionamento del gas e di prezzi che in ottobre raddoppieranno. Le istituzioni non possono dire con la destra una cosa e con la sinistra un’altra. Non va certo fatto terrorismo, ma queste rassicurazioni sono immotivate e smentite dal regolatore”.
Stime “ottimiste” del Governo
La pozione ufficiale dell’ex Esecutivo dimissionario sono invece rassicuranti. A fare il punto nei giorni scorsi è stato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “I numeri ormai li conosciamo e li conoscete a memoria”, spiega il ministro dimissionario, “L’obiettivo dello stoccaggio al 90%, per l’Italia, è facilmente raggiungibile. Al momento, abbiamo da poco superato il 74%. Fra ottobre e novembre centreremo il risultato, senza derogare ai nostri doveri sulla decarbonizzazione. E centrare il risultato significa sovranità energetica”.
Meloni: Italia hub Mediterraneo
Il Centrodestra con Giorgia Meloni punta a ridurre la dipendenza da Mosca. Il programma di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia prevede infatti più energia da fonti rinnovabili, più fornitori di gas, più rigassificatori. Per la leader di Fratelli d’Italia bisogna andare avanti con il progetto di una Italia hub del Mediterraneo.
“Il gas, che oggi è la nostra fonte energetica primaria, dovrà avere il ruolo di accompagnatore della transizione per i prossimi 2-3 lustri”, propone Giorgia Meloni, “Non è plausibile pensare di farne a meno prima”. “E quindi è fondamentale diversificare sempre più le fonti di approvvigionamento sia via tubo sia via terminali di rigassificazione, stipulando”, conclude la Meloni, “contratti di approvvigionamento con sempre più Paesi”.
Gas e nucleare ora sono Green
Secondo gli analisti economici la politica italiana dopo anni di discorsi teorici, ora deve fare i conti su “cosa è green e cosa no”. Una risposta già c’è. Gas e nucleare sono stati inseriti dalla Commissione Ue nella classificazione delle fonti di energia verdi, settori su cui sono stornati miliardi di euro in investimenti privati. Il tema anche se oggi in sordina sarà a settembre centrale nel dibattito tra le forze politiche. In autunno alle famiglie e imprese arriveranno le bollette energetiche dell’estate e sarà una mazzata. Non basteranno gli aiuti e i bonus del Governo uscente, si dovrà riconsiderare la politica energetica del Paese, ad iniziare dalla riapertura dei pozzi di gas metano oggi bloccati, e l’esplorazione dei giacimenti che sono presenti in Italia sulla terra ferma e lungo le coste della penisola.