Dall’invasione russa dell’Ucraina lo scorso 24 febbraio, sono 31.066 in totale le persone immigrate in Israele da Russia e Ucraina, secondo i dati pubblicati mercoledì dall’Ufficio Centrale di Statistica israeliano. Il numero di nuovi cittadini israeliani originari di Russia e Ucraina supera il totale di tutti gli immigrati in Israele nel 2021, che già di per sé era stato un anno di immigrazione in netto aumento dopo il lungo periodo in cui viaggiare verso Israele era stato molto difficile a causa della pandemia globale. Nel 2021 si erano stabiliti in Israele in totale 25.497 immigrati, quasi il 30% in più rispetto all’anno precedente, e russi e ucraini rappresentavano la metà della cifra.
I dati diffusi dall’Ufficio Centrale di Statistica israeliano mostrano che quest’anno sono di più gli immigrati in Israele dalla Russia che quelli dall’Ucraina. Infatti, tra il 24 febbraio e la fine di luglio si sono stabiliti in Israele 12.175 immigrati ucraini e 18.891 russi. Se gli ucraini in arrivo in Israele sono spinti principalmente da timori per la loro sicurezza personale, i russi sembrano essere motivati soprattutto dal desiderio di sfuggire al crescente totalitarismo nel loro paese.
Queste cifre si riferiscono solo alle persone a cui è stato ufficialmente riconosciuto lo status di immigrato, ma si stima che dall’inizio della guerra altre migliaia di russi siano arrivati in Israele come turisti con l’intenzione di modificare successivamente il proprio status in quello di immigranti, potendo così stabilirsi in modo permanente. Quasi la metà degli immigrati dall’Ucraina è arrivata nei primi due mesi di guerra. Da allora, l’aliyà (immigrazione ebraica) dalla Russia ha decisamente superato quella dall’Ucraina. Un altro fattore alla base della disparità numerica è che il governo ucraino, a parte rare eccezioni, non consente ai maschi adulti di emigrare (perché sotto leva militare), il che significa che l’aliyà dall’Ucraina, al contrario di quella dalla Russia, comporta spesso decisioni difficili sulla divisione delle famiglie. Tra gli immigrati arrivati in Israele dall’Ucraina dall’inizio della guerra ben il 63% sono donne, mentre l’aliyà dalla Russia è distribuita in modo eguale tra uomini e donne.
La Legge israeliana del Ritorno stabilisce che qualsiasi persona con almeno un nonno ebreo ha diritto all’aliyà, cioè a stabilirsi nel paese prendendone la cittadina. Ciò non significa che queste persone siano necessariamente riconosciute come ebree in base ai più stringenti criteri della halakhà (normativa religiosa). In questo senso, negli anni scorsi la maggior parte dei neo-cittadini israeliani immigrati da Russia e Ucraina non erano ebrei (cioè nati da madre ebrea). (ITALPRESS)