mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Università e Persona: nuove sfide della terza missione della conoscenza    

Il tempo che stiamo vivendo ci ha messo dinanzi a delle sfide non più rinviabili secondo l’ONU Report di alcuni anni fa: la transizione verde, la trasformazione digitale, l’invecchiamento della popolazione, la rigenerazione urbana ed ambientale e l’immigrazione internazionale. Abbiamo altre due sfide globali da affrontare: la “democracy globalition” e la “knowledge foundation”. La “democracy globalition” è una grande alleanza globale per la tutela dei diritti umani e sociali alla base dei processi democratici pieni e compiuti al servizio delle comunità come sostiene Ganesh Sitaraman (“Agenda for Great Democracy”).

La “knowledge foundation” è ricostruire il tessuto sociale, istituzionale, economico e politico finalizzato alla creazione della società della conoscenza per una leadership innovativa che sappia affrontare il futuro che ci attende con competenza e solidarietà come ci indica Joseph E. Stiglitz.

Al centro c’è la persona, un nuovo umanesimo integrale, la “dignitas hominis”. Il brocardo latino menzionato dalla costituzionalista Ida Angela Nicotra “necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem” ci ricorda come l’avvento del Covid-19 e dei nuovi equilibri geopolitici ha sconvolto la vita quotidiana nella nostra comunità.

Ma anche nelle nostre città, negli spazi della cultura e dell’educazione permanente, sui luoghi di lavoro, nei nostri affetti. Ma rimane la “persona”, culla dello spazio e del tempo nella quale la relazione umana, sociale e direi “istituzionale” si integra con il sapere e la conoscenza, laboratorio dell’ecologia umana.

L’Agenda ONU 2030 sugli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile (SDGs) è oggi un “globale piano di azione” da declinare in ogni paese, territorio del Pianeta, direi con convinzione “da edificare nel profondo della persona” nella sua connessione con l’ambiente che lo circonda e con gli organismi sociali. È il tempo di attivarsi per non mandare in crisi la persona.

L’Agenda ONU 2030 è una “New Human Agenda” secondo il pensiero dell’antropologo Yuval Noà Harari. Il concetto di “pars pro toto” (parte di un tutto) ci ricorda quello che la ricerca chiama “connectiveness”, cioè che la nostra connettività è legata ad un tutto, che siamo parti di essa, che la difesa della casa comune, è la nostra casa, il Mondo, la società, la persona, noi stessi. “C’è un’interazione tra gli ecosistemi e tra i diversi mondi di riferimento sociale, e così si dimostra ancora una volta che il tutto è superiore alla parte” (da Laudato Si’).

L’Agenda 2030 evidenzia in particolar modo come l’Obiettivo 11 in merito alla creazione di città e insediamenti umani accessibili, sostenibili e “inclusivi” (“il nostro diritto alla città”) sia completamente connesso con l’Obiettivo 4 in riferimento alla “quality of education” cioè il nostro diritto all’educazione e alla conoscenza accessibile per tutti e a tutte le età (“life long learning”). La terza missione della conoscenza delle università ha una nuova sfida: la persona prima di tutto.

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