L’Italia è tra le prime dieci Nazioni coinvolte dal virus del Vaiolo delle scimmie e i casi sono in crescita. Prevenire l’espandersi del fenomeno potrebbe evitare una futura emergenza sanitaria.
“È importante preoccuparsi nel senso organizzativo del termine. Dobbiamo fare delle cose per reagire, in modo che ci sia una comunicazione non allarmistica ma che allo stesso tempo desti attenzione e responsabilizzi sul problema. Quello che succede in Africa non è lo stesso che accade qui”. Così, il virologo Fabrizio Pregliasco interviene sui casi di vaiolo delle scimmie registrati in Italia.”
Il direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano spiega che le modalità di diffusione tra Africa ed Europa sono diverse: “Ci sono diversi meccanismi. Attraverso animali, portatori sani, che attraverso i morsi passano la malattia e questo, è quanto avviene principalmente in Africa. La trasmissione da uomo a uomo avviene attraverso tre modalità. La prima, poco efficiente, attraverso i droplet, ossia le goccioline respiratorie. Poi, in secondo luogo, pare che il virus sia stato ritrovato nel liquido seminale. Però la via principale dei casi europei e fuori dall’Africa riguarda il rischio sessuale” aggiunge. Una delle cause della diffusione, secondo Pregliasco è che “il virus è un po’ modificato: le manifestazioni chimiche sono meno imponenti che in Africa. Le vescicole cioè, sono diminuite e se ne vedono poche. Per questo va comunicato ai cittadini che in caso di sospetta esposizione, bisogna controllarsi”.
“La malattia non è mortale, si gestisce a casa, va via in tre o quattro settimane con antivirali che sono stati usati e c’è la vaccinazione”. Il virologo ritiene che le vaccinazioni non siano urgenti, ma bisogna pianificarle: “La vaccinazione può essere fatta anche con il vaccino per il vaiolo umano, ma non a tutti noi. Va somministrata solo a soggetti a rischio o al personale sanitario particolarmente esposto. (In Italia ndr.) per ora (le dosi ndr) sono state acquistate e messe da parte, vedremo se saranno necessarie. Con 500 casi non è urgente cominciare le somministrazioni, ma bisogna pianificare un eventuale utilizzo, che in ogni caso sarà mirato”. Dal vaiolo delle scimmie, conclude Pregliasco, ci si protegge “Con buonsenso, utilizzando le precauzioni durante i rapporti sessuali”.