Dopo un giugno decisamente volatile sui mercati e, di conseguenza, sui portafogli, a luglio solo il Ftse Mib ha guadagnato il 5,2%, una performance salvata da quella dell’ultima settimana, nella quale Piazza Affari ha guadagnato il 5,6%. La migliore tra le europee e’stata Amsterdam, che in solo mese ha guadagnato il 10,6%. A livello mensile il Dax40 di Francoforte ha segnato un +5,5%, mentre il Cac40 di Parigi ha fatto meglio salendo dell’8,9% e l’Ibex35 di Madrid è risultato poco mosso (+0,7%). Nello stesso periodo il Ftse100 di Londra ha guadagnato il 3,5% e lo Stoxx 600 Europe il 7,6%. Tra i settori trainanti proprio quelli che avevano maggiormente sofferto da febbraio, ovvero quelli legati a beni industriali e servizi (+14,3%), col tech (+13,2%) al pari del real estate (+13,2%), seguito dal retail (+12%).
Dollaro sentinella delle riprese
Il settore tech e’ il primo a sottoperformare quando c’e’ odore di rallentamento economico, seguito dai titoli dei beni di consumo. Allo stesso modo, questi settori sono anche quelli trainanti quando il mercato azionario alza la testa. Quando poi, come nei primi 6 mesi di questo 2022, il costo dell’ energia aumenta considerevolmente, beneficiando dell’aumento dei prezzi e della domanda, il “picco” si considera raggiunto. Il punto di svolta per il mercato, che si sta avvertendo in queste settimane, arriva quando la leadership passa dall’energia ai beni di prima necessità segno che i prezzi delle materie prime stanno deteriorando l’economia. Secondo uno studio riportato da Investing.com, sul “Bullish sentiment”, condotto tra il 2009 e il 2022, nelle ultime settimane un terzo delle risposte ha virato a favore di una decisa ripresa dello S&P500 che, dal canto suo, ha compiuto un importante movimento al rialzo, ristabilendo i valori nella media storica.
Il Mito del Market Timing vs la Concretezza del Tempo
Il sogno ed il rammarico di ogni investitore: sfruttare le oscillazioni di prezzo nel breve termine per comprare a prezzi stracciati e vendere caro: niente di piu’ facile, si potrebbe pensare. Tuttavia, per quanto la strategia del «market timing» possa in teoria sembrare evidente, in pratica è quasi impossibile cogliere il momento ottimale per l’acquisto o la vendita di azioni. Lo sviluppo del mercato, infatti, non si può prevedere, né nei periodi economicamente favorevoli né in quelli di crisi. La maggior parte degli esperti in investimenti si tiene quindi alla larga dalla strategia del timing. Anche il punto di ingresso sul lungo termine ha poca importanza. Perfino chi investe in azioni immediatamente prima di una correzione dei corsi ha poco da temere.