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Programmi, non di libri dei sogni anche la stampa faccia la sua parte

La campagna elettorale parte con polemiche su alleanze e premiership
lunedì, 25 Luglio 2022
1 minuto di lettura

Questa campagna elettorale non può essere come le altre. C’è un tempesta perfetta in arrivo, che rischia di travolgere famiglie e imprese; bisogna programmare con la Legge di Bilancio la politica economica generale del Paese per il 2023, rispettando gli impegni del Pnrr ed evitando di spaventare i mercati con la finanza allegra. Stavolta gli elettori, oppressi da mille problemi, non vogliono bersi le solite pozioni magiche e non si faranno stordire da mirabolanti promesse. No. I cittadini vogliono sapere quali sono le ricette concrete che i partiti propongono. Altrimenti le astensioni andranno alle stelle. Un giornalismo né settario né accondiscendente deve raccontare quel che succede senza fare propaganda e deve costringere i vari esponenti politici nelle interviste a non fuggire dalla realtà.

Questa campagna elettorale non può essere come le altre. Per almeno due motivi. Primo. Essa coincide con un groviglio di problemi che mai si erano presentati tutti insieme e in forma così grave: la guerra, l’inflazione, l’energia alle stelle, i colpi di coda della pandemia. Secondo. Si vota per la prima volta in autunno all’inizio della stagione politica più delicata quando si deve decidere cosa fare dei soldi pubblici con la legge di Bilancio e come impostare la politica economica generale del Paese. Due buone ragioni che impongono a tutte le forze in campo il dovere della concretezza, della chiarezza e della responsabilità

Si sa che è facile ottenere consensi promettendo la luna. Ma stavolta gli elettori, oppressi da mille problemi, non vogliono bersi le solite pozioni magiche e farsi stordire dai mirabolanti promesse. No. Stavolta i cittadini vogliono sapere quali sono le ricette pratiche che i partiti propongono per superare la tempesta perfetta in cui stiamo entrando. Se non si vuole che le astensioni raggiungano il 50% bisogna cambiare registro. Anche perché mai come adesso l’Italia è sotto i riflettori dell’Europa e dei mercati. L’Europa per darci ciò che ci ha promesso esige il rigoroso rispetto dei delle riforme e delle tempistiche del Pnrr. Il nostro elevato debito pubblico ci espone più di altri Paesi alle turbolenze sui titoli di Stato e mette a rischio la nostra affidabilità.

Promettere in campagna elettorale misure costosissime senza indicare dove trovare i soldi per sostenerle significa ingannare i cittadini.

Per evitare la fuga dalle responsabilità occorre anche un diverso modo di raccontare la campagna elettorale da parte di giornali tv e radio. Invece di schierarsi fin dal primo giorno, i mezzi di informazione dovrebbero spiegare senza partigianeria cosa realmente sta succedendo e costringere i vari esponenti politici nelle interviste a non fuggire dalla realtà e ad essere estremamente concreti. Questo richiede un giornalismo né settario ma neanche accondiscendente e superficiale.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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