BOLOGNA (ITALPRESS) – La Giunta regionale ha approvato la ripartizione alle Aziende sanitarie del finanziamento per il "Piano attuativo Salute mentale" per l'anno 2022 per un importo complessivo di 40 milioni di euro provenienti dal Fondo sanitario regionale. Le Aziende sanitarie avranno tempo per utilizzare tali risorse fino alla fine dell'anno, impiegandole secondo i sette programmi previsti dal piano: Fondo "Autonomia possibile", programma disturbi alimentari, esordi psicotici, programma per i disturbi dell'apprendimento, programma autismo, programma autismo 0-6 anni, disabilità intellettive. "Con queste risorse abbiamo intenzione di proseguire la strada intrapresa introducendo nel nostro sistema il modello del budget di salute- afferma l'assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. Vogliamo mettere al centro il paziente di salute mentale e non la patologia. In questo modo siamo in grado di individuare percorsi personalizzati volti a curare i pazienti a domicilio ed evitare, per quanto possibile, il ricovero". 34milioni e 705mila euro sono destinati al "Fondo per l'autonomia possibile – Salute mentale": finanzieranno gli interventi di assistenza socio-sanitaria a bassa intensità dei pazienti dei Centri di salute mentale. Tra i destinatari ci sono le persone dimesse dagli ex Ospedali Psichiatrici che necessitano di assistenza specifica per la salute mentale, quelle dimesse ma sottoposte a misure di sicurezza non detentiva, le persone soggette a misure alternative alla detenzione e inviate dall'autorità giudiziaria in residenze per la salute mentale degli adulti. La delibera sottolinea la priorità di destinare tali risorse ai progetti riabilitativi personalizzati realizzati con il budget di salute. Si tratta di un innovativo modello organizzativo-gestionale in campo socio-sanitario, già sperimentato con successo dalla Regione e indirizzato non soltanto a persone con severi disturbi mentali, ma in generale a chi abbia bisogni complessi legati a forte marginalità sociale, disabilità, dipendenze patologiche. Il modello punta a mettere le persone al centro delle strategie di intervento e non la loro patologia in quanto tale. Il paziente è posto all'interno di un appropriato percorso di cura basato su un programma terapeutico personalizzato, all'insegna della massima integrazione e flessibilità d'intervento dei servizi sanitari e sociali, che si pone l'obiettivo di limitare i ricorsi ai ricoveri nelle strutture sanitarie attraverso il potenziamento degli interventi domiciliari. – Foto Agenziafotogramma.it – (ITALPRESS). fil/com 22-Lug-22 15:31