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MARIO DRAGHI TRA I MINISTRI DEL SUO GOVERNO

I richiami di Mattarella.. e i ministri che non hanno votato la fiducia e sono rimasti al loro posto

venerdì, 22 Luglio 2022
1 minuto di lettura

E se succede come nel 2018 quando dallo scioglimento delle Camere al giuramento del Governo passarono 5 mesi tondi tondi? Non è immaginabile che nessuno si occupi dei numerosi e urgenti problemi che rimangono aperti in questo difficilissimo autunno. Per questo Mattarella annuncia lo scioglimento delle Camere e richiama tutti alla responsabilità. E si tratta di un doppio richiamo.

Il primo è rivolto al Governo: ha poteri limitati ma deve farsi carico delle emergenze. Il secondo è rivolto ai partiti: in campagna elettorale ve ne direte di tutti i colori ma ricordatevi che dovete sempre offrire un contributo costruttivo nell’interesse superiore dell’Italia.

Il Governo dimissionario ha poteri ben circoscritti ma -dice Mattarella- deve usarli tutti per fronteggiare le emergenze crisi sociale, inflazione, costo dell’energia, attuazione del Pnrr, pandemia e impegni internazionali relativi alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Insomma l’agenda è sempre quella anche se in formato ridotto.

Draghi gli fa eco  ringraziando i ministri per il lavoro svolto: “dobbiamo mantenere la stessa determinazione nell’attività che potremo svolgere nelle prossime settimane, nei limiti del perimetro che è stato disegnato. In particolare, dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Dobbiamo portare avanti l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – anche per favorire il lavoro del Governo che ci succederà. ”

Sintonia perfetta, ancora una volta tra Quirinale e Palazzo Chigi.

Il secondo richiamo di Mattarella è rivolto ai partiti. Avete fatto fuori Draghi, non ci sono altre maggioranze, sono stato costretto a sciogliere le Camere. Ora in campagna elettorale ve ne direte di tutti i colori. Ma cercate di essere costruttivi nell’interesse superiore del Paese.

Intanto si profila un paradosso poco edificante. I ministri che ieri non hanno votato la fiducia avrebbero dovuto per coerenza dimettersi contestualmente. Non lo hanno fatto .Una furbata? Essendosi dimesso l’intero governo loro rimangono al loro posto per gli affari correnti E così in campagna elettorale vedremo ministri che si attaccheranno l’uno contro l’altro e poi andranno a sedersi allo stesso tavolo per le riunioni urgenti del Consiglio dei ministri. Cercate di spiegarlo all’estero e vi prenderanno per matti.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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