MESSINA (ITALPRESS) – Operazione antidroga dei Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, che hanno dato esecuzione a 18 misure cautelari. Tredici persone sono finite in carcere, tre agli arresti domiciliari e due sono state sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di droga. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura Distrettuale.
L'indagine scaturisce dagli esiti di complesse e articolate indagini sviluppate dai carabinieri dal febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che ha parlato del coinvolgimento di uno dei principali odierni indagati quale promotore di una strutturata associazione finalizzata al traffico di droga operante principalmente nella zona sud della città di Messina.
Dall'inchiesta è emersa l'esistenza di un gruppo criminale che aveva, di fatto, pressoché quasi interamente monopolizzato l'approvvigionamento, nella città di Messina, di cocaina, che poi veniva spacciata al dettaglio nel capoluogo di provincia, ma anche nel comune di Tortorici, dove è stata accertata l'esistenza di un'autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati originari della cittadina nebroidea.
L'organizzazione, secondo quanto accertato dagli investigatori, si approvvigionava della droga, da immettere sulla piazza messinese, da un esponente di spicco della famiglia Nirta, ai vertici della 'ndrangheta calabrese. Uno degli arrestati è figlio di Giuseppe Nirta, detenuto all'ergastolo per le vicende inerenti la cosiddetta faida di San Luca, nonché fratello di Sebastiano e Francesco Nirta, entrambi detenuti all'ergastolo per il loro coinvolgimento nella cosiddetta strage di Duisburg, avvenuta in Germania il 15 agosto 2007 in cui vennero uccise sei persone di origine calabrese, alcune delle quali ritenute esponenti della cosca rivale Pelle – Vottari.
Il fornitore, a sua volta si sarebbe avvalso di un'articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente "a domicilio" fino alla città di Messina.
Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina in quanto, per sfuggire a eventuali controlli, in particolare ai frequenti controlli presso l'area "imbarcaderi" dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano auto modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne appositi nascondigli (doppi fondi) ove occultare la sostanza illecitamente trasportata.
Inoltre, è stato documentato come il fornitore calabrese avesse collaborato alla realizzazione del programma criminoso fornendo all'associazione messinese telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all'attività illecita .
Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il rinvenimento e sequestro – in una circostanza quale riscontro dell'inchiesta – di 3 chilogrammi di cocaina.
Oltre alla città di Messina, i vertici dell'associazione erano in grado di rifornire di stupefacente anche alcuni soggetti che operavano nella cittadina di Tortorici, con i quali avevano creato un canale privilegiato di fornitura. In particolare proprio a Tortorici ai Carabinieri era ben noto l'attivismo di alcuni pregiudicati del posto, anche per aver ricevuto numerose segnalazioni dalla cittadinanza di Tortorici. In particolare 4 giovani del posto avevano costituito un ben organizzato commercio di stupefacenti, tanto da effettuare quasi settimanalmente richieste di approvvigionamento a Messina. – foto: ufficio stampa Carabinieri (ITALPRESS).
vbo/pc/com
19-Lug-22 13:29