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Olimpiadi 2026, Dolci “Rischio fondi pubblici in tasche di mafiosi”

lunedì, 18 Luglio 2022
1 minuto di lettura

MILANO (ITALPRESS) – Se è vero che la presenza della mafia a Milano, in particolare della 'ndrangheta, "si manifesta soprattutto nel settore dell'edilizia e del movimento terra", settore dove ha storicamente "il monopolio", pensando "alle infrastrutture per Milano-Cortina" o "alle opere previste con i fondi Pnrr, siamo pronti? Siamo consapevoli del rischio di mettere fondi pubblici nelle tasche delle famiglie mafiose?". Così la coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Dolci intervenendo in consiglio comunale a Milano. Certo che "non possiamo imporre al privato la certificazione antimafia ma possiamo fare moral suasion" e "sensibilizzare gli operatori economici e di categoria sull'importanza di stipulare protocolli di legalità con le società subcontraenti". La recente indagine della Dda milanese relativa ad alcuni subappalti proprio di Milano-Cortina, dice, potrebbe essere un "primo alert", una lezione da cui prendere "spunto" per "sensibilizzare le parte interessati", appunto. E prosegue: "Nell'ultimo periodo abbiamo applicato con una certa frequenza la misura preventiva dell'amministrazione giudiziaria nei confronti di imprese che non sono colluse ma che colposamente, non avendo fatto adeguati controlli, hanno agevolato imprese mafiose". A questo proposito "ho appreso che il Comune di Milano ha sottoscritto un patto con la Prefettura avente ad oggetto i controlli nei cantieri", aspetto che "è molto importante". Infatti "l'interposizione fittizia (nel caso dell'indagine sui subappalti delle Olimpiadi nell'area dello Scalo di Porta Romana, ndr) è stata dimostrata attraverso l'attività investigativa. Non è facile individuare gli interessi mafiosi sottostanti per un'autorità che non ha poteri investigativi" dunque "dal lato della Pa, un aiuto può venire da più controlli nei cantieri" oppure dalla "pubblicazione del titolare effettivo della società in caso di appalti pubblici". E conclude: "il Comune di Milano", certifica Dolci, si conferma "in testa alla classifica per segnalazioni di operazioni sospette", benché l'ente pubblico non ne abbia l'obbligo.(ITALPRESS). Photo credits: xa1 xa1/trl/red 18-Lug-22 19:19

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