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GIUSEPPE CONTE POLITICO

Conte attacca Draghi ma ipotizza l’appoggio esterno

Finge una marcia indietro. Il M5s è nella bufera
domenica, 17 Luglio 2022
1 minuto di lettura

Secondo Conte Draghi ha sbagliato a dimettersi. Dopo il mancato voto di fiducia dei senatori 5S, doveva tirare dritto, visto che comunque la fiducia era passata lo stesso. Insomma Draghi poteva umiliare i 5S non dando alcun peso al loro voto. Non l’ha fatto e Conte invece di ringraziare si arrabbia. Tesi ardita quella di Conte sia sul piano costituzionale sia su quello della dignità politica di un partito di Governo. Se un partito di Governo si sfila, la maggioranza cambia. E non c’è arzigogolo che tenga.
La sua proposta, tra le righe, è: Draghi rimanga a guidare il Governo e il M5s di volta in volta deciderà cosa fare. Ma è proprio quello che Draghi non vuole: o si sta in maggioranza o si va all’opposizione.

Tirare il sasso e nascondere la mano. È un vecchio vezzo di certa politica che trasparente proprio non è. I deputati 5S che avevano votato la fiducia a Draghi sul decreto Aiuti sono furibondi con i loro colleghi del Senato che invece la fiducia non l’hanno votata uscendo dall’aula e innescando la reazione che ha portato alle dimissioni di Draghi.

Conte prova a spegnere l’incendio e si produce in un’ardita piroetta che ad uno studente di diritto costituzionale non sarebbe facilmente perdonata.

Spiega l’avvocato: quando i suoi senatori non hanno votato la fiducia non volevano far cadere il Governo ma solo esprimere dissenso su un decreto del governo di cui fanno parte. E su cui però il Governo aveva posto la questione di fiducia …

Quindi, secondo Conte, Draghi poteva far finta di niente, visto che comunque la fiducia era passata lo stesso anche se un partito di maggioranza non l’aveva votata.

Insomma Conte avrebbe preferito che Draghi umiliasse i 5Stelle non dando peso al loro voto e tirando dritto che se i 5S non esistessero.

La sostanza è ben diversa. Conte sa che la sua scelta ha provocato profondi malumori che da qui a mercoledì potrebbero deflagrare. Così cerca di arrampicarsi sugli specchi anche per non rompere definitivamente col Pd. La sua proposta, tra le righe, è: Draghi rimanga a guidare il Governo e il M5s di volta in volta deciderà cosa fare. Ma è proprio quello che Draghi non vuole: o si sta in maggioranza o si va all’opposizione.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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