Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso, ponendo fine alle giravolte del Movimento 5S. Una conclusione che non ci saremmo aspettati per tanti motivi. Ne citiamo solo alcuni. Innanzitutto la indiscussa autorevolezza messa al servizio del Paese, la caratura internazionale e la pazienza del premier che in un periodo storico di eccezionali, difficili e imprevedibili avvenimenti ha saputo mantenere un grande equilibrio e prestigio istituzionale in Italia così come all’estero. Il secondo punto è legato al suo essere un economista che ha declinato le sue decisioni e attenzioni verso il rispetto delle famiglie e imprese in difficoltà e che ha posto tutele a garanzia di soggetti sociali più fragili. Ha dato spazio e sostenuto le richieste dei sindacati con un’ulteriore definizione del decreto Aiuti. Draghi fino all’ultimo ha voluto il dialogo con un movimento grillino ormai in rotta di collisione contro tutto e tutti.
Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, in un contesto così critico dove la geopolitica dominerà ancora per molto lo scenario internazionale e nazionale. Noi sappiano invece cosa chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: un Governo che approvi la legge di Bilancio, che sappia portare al termine le riforme che Draghi pazientemente ha condotto in dirittura d’arrivo. Serve un Esecutivo che sappia rassicurare i mercati e tenga conto della complessità di una situazione difficile e delicata. Poi si torni alle urne. Lo sosteniamo con chiarezza. Non sono possibili ulteriori pastrocchi e accordi con forze politiche irresponsabili. La misura è davvero colma. Il voto chiarirà cosa chiedono gli italiani. Ascoltare la voce del Paese è un dovere. Da troppo tempo si è creata una situazione dove la politica è le istituzioni sono state piegate ai capricci e alle velleità personali. Per ridare forza allo Stato e all’Italia servono elezioni e decisioni coerenti con la nostra Costituzione e con i valori democratici di un Paese che ha bisogno oggi più che mai di certezze e di futuro.