martedì, 17 Dicembre, 2024
Società

Problemi veri e siparietti politici

Quasi la metà degli elettori si astiene dall’esercitare la propria sovranità alle elezioni.

L’ambiente è divenuto, di recente, bene primario con tutele in Costituzione e con buoni propositi tra Stati per garantirne una migliore qualità della vita.

Le varie forme di inquinamento cielo, mare e terra, hanno creato squilibri nei vari ecosistemi e sono le concause dei principali effetti nocivi sulla salute delle persone.

Lo sfruttamento del suolo sottratto alla flora ed alla fauna ne sono una palese evidenza.
L’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e la diminuzione delle riserve d’acqua della Terra sono problemi che oggi vengono rimarcati con una particolare intensità da sfiorare l’allarme sociale.
Di tutte le crisi sociali e naturali, quella dell’acqua riguarda la possibilità stessa della sopravvivenza nostra e del nostro pianeta. Ma, nonostante l’evidenza della crisi idrica, gli impegni politici sono stati scarsi.

Negli ultimi venticinque anni, numerose conferenze internazionali hanno messo a fuoco i vari problemi da affrontare e sono stati individuati diversi obiettivi per migliorare la gestione dell’acqua ma, secondo il rapporto ONU, presentato al 3^ Forum Mondiale dell’Acqua, tenutosi a Kyoto, dal 16 al 23 marzo 2003, cioè quasi vent’anni or sono, quasi nessuno è stato raggiunto. In esso si afferma che soltanto il 20% dell’incremento della scarsità d’acqua mondiale sarà dovuto ai cambiamenti climatici.

Le risposte hanno finora seguito una logica che non è quella del risparmio, del minor consumo e del riciclaggio possibile di questa risorsa, ma della costruzione di grandi dighe e deviazioni di fiumi, che provocano a loro volta devastazioni ambientali e danni umani e sociali.

Un altro pericolo è rappresentato dal considerare l’acqua non un bene collettivo primario a cui tutti hanno diritto e da tutelare, ma un bene meramente economico e come tale da lasciare alla regolazione delle leggi di mercato.

Il conflitto bellico che affligge l’Ucraina e le sanzioni contro la Russia hanno dimostrato effetti diretti ed evidenti anche nei confronti della nostra Italia con riferimento ai beni fondamentali quali l’approvvigionamento di prodotti energetici, che avranno riflessi prossimi sul nostro stile di vita con ripercussioni ulteriori sulla diminuzione delle attività lavorative, principio cardine della nostra Carta costituzionale nell’affermare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. (Art.1 Cost.)
Nonostante tutte queste problematiche che affliggono la nostra società si assiste a passerelle politiche non edificanti

La legge elettorale nata per l’attuale legislatura non piace più. La si vuole adattare, come di consueto, alle possibile esigenze delle nuove proliferazioni associative, che garantisce l’articolo 49 della Costituzione.
Anche i 345 scranni in meno in Parlamento nella prossima legislatura agitano gli animi dei perdenti posti, per cui si sgomita come nell’ultimo miglio delle gare ciclistiche.

Si salvi chi può anche se a pagarne le spese è sempre la collettività che usa disperatamente arma dell’astensionismo.

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