sabato, 22 Febbraio, 2025
Politica

M5S. Fiducia a Draghi a corrente alternata. Il doppio salto mortale di Conte

Il raffreddamento di 5S e Lega nei confronti di Draghi è iniziato in maniera ormai palese. Ma con modalità diverse.

Conte vorrebbe uscire subito. È frenato da Grillo e dal Pd e quindi sta cercando il “casus belli”. Da qui una serie di scelte piuttosto incomprensibili.

Salvini non attacca direttamente il Governo ma la maggioranza che lo sostiene, teme uno sbandamento a sinistra e minaccia fuoco e fiamme contro ius scholae e cannabis.

Entrambi non hanno una strategia lineare e chiara. Il motivo? Temono le elezioni anticipate in autunno. Se i 5 stelle lasciassero la maggioranza il governo potrebbe andare avanti lo stesso. Ma a quel punto toccherebbe a Letta decidere se chiudere la partita e andare alle elezioni o se concordare con Draghi una forte azione del Governo per spiazzare definitivamente sia Conte che Salvini.

Il Movimento 5 Stelle ha rinverdito i bizantinismi più astrusi della Prima Repubblica, tanto odiata da Grillo e seguaci. L’ultima trovata è una specie di doppio salto mortale con avvitamento. Alla Camera il M5s ha votato a scrutinio palese la fiducia al Governo sul decreto aiuti, però lunedì quando sullo stesso decreto ci sarà il voto finale a scrutinio segreto, il M5S si asterrà. Ma non basta. Il leader Conte non garantisce che al Senato il M5S possa nuovamente votare la fiducia al decreto aiuti. Tutto dipenderà -par di capire – dalle risposte che Draghi darà alle nove richieste di Conte che poco o nulla hanno a che vedere con il contenuto del decreto aiuti.

In ogni caso , visti i tempi stretti il Governo non cambierà al Senato il testo approvato dalla Camera. Quindi Conte sa già cosa c’è da votare. Eppure prende tempo. Sul piano logico è incomprensibile.

Queste stranezze manifestare il suo disagio di Conte che non vuol restare in un Governo che non ha mai amato anche se ufficialmente lo ha sostenuto. Conte non ha fatto mistero della sua voglia di portare il M5S fuori dalla squadra di Draghi e forse anche all’opposizione. Per ora lo hanno frenato segretamente Grillo e palesemente il Pd. Deve calcolare bene la mossa. Se rompe con Draghi rompe anche con Letta e alle elezioni dovrà presentarsi isolato e col partito dimezzato.

Salvini non fa i capricci con Draghi. Li ha fatti per un anno senza ottenere nulla ,perdendo voti e creando malumori tra i suoi, Giorgetti in testa. E quindi se la prende con la maggioranza che a suo dire sarebbe sbilanciata a sinistra. Il no allo ius scholae e alla cannabis sarà il prossimo cavallo di battaglia che non coinvolge il governo e che probabilmente aumenterà le smagliature all’interno dello stesso centrodestra.

Dove porteranno queste fibrillazioni di Conte e Salvini? Se i 5 stelle lasciassero la maggioranza il governo potrebbe andare avanti lo stesso. Ma a quel punto toccherà a Letta decidere se chiudere la partita e andare alle elezioni o se concordare con Draghi una linea di una forte azione del Governo per spiazzare definitivamente sia Conte che Salvini.

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