La notizia di altri morti nel Mediterraneo raggiunge Mattarella in visita ufficiale in Zambia e il Presidente non si sottrae a un commento inequivocabile sull’ennesima tragedia del mare: “Il presidente zambiano ha detto a Strasburgo che ‘serve la apertura di canali formali per arrestare il problema dei migranti alla fonte lavorando insieme, nella convinzione che non sia salutare respingere le persone sulle navi una volta che hanno avuto accesso nei vostri Paesi mentre è possibile evitare questo in anticipo, in modo proattivo’.
Io sottoscrivo queste parole“. Il Capo di Stato si dice parimenti convinto che accordi formali per la circolazione delle persone tra le regioni in questione contribuiranno a ridurre la migrazione illegale. È la nuova povertà, dice Mattarella, che spinge a una emigrazione disordinata e irregolare verso Occidente, soprattutto di tante energie giovanili che sarebbero, invece, preziose per lo sviluppo del Continente.
Povertà incrementata dagli effetti delle crisi internazionali, pandemica e climatica, unitamente alle conseguenze scatenate dalla Federazione Russa con la guerra. “Di fronte al rischio concreto di un progressivo sfaldarsi dell’ordine politico ed economico internazionale costruito nel secondo dopoguerra a partire dalle Nazioni Unite – ha detto il Presidente -, sono più che mai convinto che Africa ed Europa abbiano un comune interesse nella difesa di un sistema multilaterale, basato su regole e istituzioni condivise”.
I due Continenti, partner naturali
Un multilateralismo tra i due Continenti sempre più efficace che incoraggi la collaborazione fra i popoli e consenta di affrontare le numerose sfide che l’umanità si troverà a fronteggiare, dal cambiamento climatico, alla transizione energetica, fino alla necessità di assicurare una crescita equilibrata e giusta, che permetta di ridurre le profonde diseguaglianze socio-economiche che tuttora contraddistinguono il nostro Pianeta. “Il continente africano – ha dichiarato Mattarella – rappresenta il partner naturale per l’Europa. E l’Europa lo è per l’Africa”.
È il momento di investire sull’Africa
L’Africa è il presente su cui investire per promuovere un futuro migliore, ha sottolineato Mattarella: “Oltre il 60% dei 1,4 miliardi di africani ha meno di 25 anni ed entro il 2050 si stima che i giovani africani costituiranno oltre un quarto della forza lavoro mondiale. Abbiamo una responsabilità condivisa: le enormi potenzialità, che possono recare beneficio all’intera umanità, non devono andare disperse. La valorizzazione della gioventù africana passa attraverso un’attenzione prioritaria all’istruzione e alla rimozione di tutte quelle cause – economiche, sociali, culturali – che impediscono a tanti adolescenti, soprattutto giovani donne, di completare la propria formazione”. E per questo ha espresso profondo apprezzamento per la politica delle autorità zambiane di garantire a tutti l’accesso gratuito all’istruzione.
La spirale dell’indebitamento che non permette lo sviluppo
La pandemia, ha sottolineato Mattarella nel suo intervento all’Assemblea Nazionale della Repubblica dello Zambia, ha mostrato i limiti di un’economia mondiale organizzata su catene di valore a volte dipendenti da pochi centri produttivi, in particolare asiatici: questo ha determinato penuria e rarefazione di beni in occasione di chiusure derivanti dalle crisi sanitarie. “In alcuni casi, questa dipendenza ha assunto anche una dimensione finanziaria, spesso tracimata in un indebitamento che, a sua volta, ha minato alla base le possibilità di sviluppo socio-economico”, ha dichiarato il Presidente, ricordando che l’Italia è un partner solidale con i territori particolarmente colpiti dalla emergenza sanitaria e disponibile a trovare una soluzione che permetta di spezzare questa spirale fra indebitamento e mancato sviluppo di alcuni Paesi africani.
Sereni: orgogliosa dell’Italia della cooperazione e del volontariato
Ad accompagnare il presidente della Repubblica nella sua visita ufficiale in Zambia anche la viceministra agli Affari esteri ed alla cooperazione internazionale, Marina Sereni, che si è detta orgogliosa di quell’Italia rappresentata dalle Ong italiane Celim, Africa Chiama e Associazione Papa Giovanni XXIII per lo straordinario lavoro che portano avanti in quel Paese: “Il progetto Edu-Care, che ho potuto visitare oggi alla periferia di Lusaka, poggia su una storia di decenni, che ha costruito rapporti solidi e profondi tra la nostra società civile e quella zambiana. Occuparsi delle comunità più vulnerabili, come quelle che vivono nel sobborgo di Kanyama, organizzando una scuola per migliaia di bambini e ragazzi, servizi per la riabilitazione e l’inclusione di bambini con disabilità, una clinica per accogliere le donne in maternità, – prosegue la viceministra – è stato ed è possibile grazie alla mobilitazione di molti donatori italiani e anche grazie ad un finanziamento importante dell’Unione europea”. “Ho potuto constatare personalmente – nota ancora Sereni – il rapporto, costruito passo dopo passo, di partenariato positivo con le autorità locali e nazionali dello Zambia. Non posso che essere orgogliosa di questa Italia che attraverso la cooperazione si impegna per ridurre le diseguaglianze e promuovere sviluppo”