Produrre acqua potabile dal mare tramite i desalinizzatori. A proporlo è stato l’amministratore delegato di Webuild Pietro Salini, che ha parlato di questa eventualità contenuta nel progetto “Acqua per la vita”. “Ora è il momento di agire, va fatto qualcosa subito”, dice Salini con l’Italia in piena emergenza idrica, questa soluzione “risolverebbe il problema in brevissimo tempo e una spesa piuttosto ridotta, 2-3 miliardi di euro: creare impianti di desalinizzazione nelle zone dove c’è carenza di acqua e in due anni risolviamo alla radice il problema”. Il progetto sarà presentato a governo e istituzioni. Webuild da anni costruisce desalinizzatori attraverso Fisia Italimpianti Spa. Nel 2016 ha realizzato un impianto in Nevada per la città di Las Vegas con un tunnel idraulico che trasporta le acque del Lake Mead.
E poi ci sono Dubai e Abu Dhabi. “Abbiamo il know how – spiega Salini – e ci mettiamo a servizio del Paese per risolvere una volta per tutte la carenza idrica in Italia, che è un fenomeno storico e non solo momentaneo legato al cambiamento climatico, noi cerchiamo di fare il nostro ruolo, ma bisogna intervenire subito, approfittando anche delle risorse del Pnrr”. l progetto, “potrebbe coinvolgere anche Cassa Depositi e Prestiti e le piccole imprese sul territorio con ricadute importanti per l’occupazione, per 16-20 dissalatori si arriverebbero ad impiegare fino a 10mila persone, sarebbe un progetto completamente made in Italy”.
In Italia i dissalatori vengono utilizzati soprattutto in piccoli contesti e nelle isole. Ma, spiega Salini, produciamo solo il 4% di acqua dissalata, contro il 56% ad esempio della Spagna, Paese a noi molto affine. “Mi chiedo – dice Salini – cosa rende impossibile ad un Paese come il nostro che è circondato per tre quarti dal mare non approfittarne? Se il riscaldamento globale è un’emergenza allora è il momento di agire ora, io penso che la differenza tra la barbarie e Roma fossero gli acquedotti”. Anche i costi scenderebbero – sottolinea – un metro cubo di acqua dissalata costa tra i 2 e i 3 euro, per l’acqua trasportata su nave invece si pagano fino a 14 euro. “Sull’acqua il know how ce l’ha l’Italia, è il momento di agire e noi siamo pronti da subito”, afferma, proponendo anche un piano di manutenzione di tutta la rete idrica italiana soggetta a cospicue perdite.