Nel I trimestre del 2022 l’indebitamente delle Pubbliche Amministrazioni è diminuito, raggiungendo il -9,0% rispetto al Pil, mentre nello stesso trimestre del 2021 si attestava al -12,8%. A compensare le uscite ci ha pensato l’aumento delle entrate derivante da una maggiore pressione fiscale pari al 38,4% del Pil, in aumento di +0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainata dall’incremento dell’imposte indirette, a partire dall’IVA. Ciononostante, il reddito disponibile delle famiglie e la propensione al risparmio sono cresciuti sensibilmente in termini congiunturali. Anche il loro potere d’acquisto ha segnato una lieve crescita, seppur in forma nettamente minore. A certificarlo è il bollettino trimestrale dell’Istat.
Più nel dettaglio, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente, ma, per effetto del generalizzato aumento dei prezzi, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto soltanto dello +0,3% rispetto al trimestre precedente.
La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 12,6%, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento della spesa per consumi finali dell’1,4% in termini nominali, ma più debole rispetto a quella del reddito disponibile (+1,4% e +2,6% rispettivamente).
La preoccupazione di Confesercenti
Nel fatto che il reddito disponibile cresca ma non allo stesso modo il potere di acquisto a causa della corsa dei prezzi e l’aumento delle tasse, qualcuno ci ravvede un trend pericoloso per le famiglie. “Si tratta di segnali allarmanti – fa sapere Confesercenti – che si stanno diffondendo, negli ultimi mesi, con rapida velocità e che inciderebbero, pesantemente, sulla crescita dell’economia in autunno, con riduzioni generalizzate di spesa che comporterebbero un crollo della domanda interna. Per questo il Governo deve agire con fermezza e tempestività, soprattutto a livello europeo, per frenare l’impennata delle tariffe energetiche, l’inflazione record e lo spettro di una pericolosa recessione per il continente ed il nostro Paese, insostenibile dopo oltre due anni di pandemia”.
Anche l’inflazione peserà sui consumi
Se si tiene conto della progressiva accelerazione dell’inflazione è plausibile aspettarsi nei prossimi mesi una erosione del potere d’acquisto delle famiglie. “Il rallentamento della crescita del potere d’acquisto è solo il primo passo verso la sua inevitabile caduta – è il commento dell’Unione Nazionale Consumatori -. L’inflazione oramai alle stelle avrà come conseguenza quella di portare in territorio negativo il potere d’acquisto, mentre i consumi formalmente reggeranno ancora per qualche trimestre, gonfiati dall’aumento dei prezzi”.
Per avere un quadro completo sul reale andamento del Paese occorrerà attendere venerdì prossimo, 8 luglio, quando verrà presentato il “Rapporto annuale 2022. La situazione del Paese” dell’Istat, che analizza la situazione economica e sociale del Paese nel 2021 e nei primi mesi del 2022, con particolare attenzione all’impatto della pandemia sul sistema delle imprese e sulla loro capacità di reazione, sulla vita quotidiana dei cittadini e sui comportamenti adottati per farvi fronte.