Quello attuale, secondo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, è un momento quanto mai "propizio" per affrontare la sfida della transizione ambientale dal lato della logistica, specie di prossimità, e della mobilità. Propizio perché reso "urgente" dalle conseguenze delle continue emergenze, tra pandemia, guerra e inflazione, ma propizio anche perché alimentato da un'inedita consapevolezza che "dobbiamo cambiare rapidamente" stili di vita e politiche. Il primo cittadino – che ieri ha annunciato di voler riunire la città, in settembre, per presentare i nuovi progetti della giunta sul alcuni assi di sviluppo urbanistico, in primis la mobilità – ha condiviso le sue considerazioni all'appuntamento "Mims incontra gli stakeholders della mobilità e della logistica – I fabbisogni logistici delle filiere produttive", tuttora in corso al piano binari della Stazione Centrale. Parlando di ambiente – per di più all'indomani della tragedia della Marmolada a cui la mente del sindaco è andata durante un punto stampa coi cronisti – "la logistica e la mobilità giocano un ruolo fondamentale. Bisogna coinvolgere gli operatori del mondo della logistica per far evolvere il sistema e far procedere la decarbonizzazione". A Milano, prosegue, "è cambiato tantissimo il settore, stiamo parlando di 7-8mila imprese tra grandi e piccole, di cui quasi il 50% nato dopo il 2010". Un segno, secondo Sala, "di come ormai la logistica sia diventata parte fondamentale della nostra vita per come ci muoviamo, consumiamo e generiamo impatti economici ma soprattutto per l'opportunità di favorire la questione ambientale". Su questo, sottolinea, la politica deve fare la sua parte stando "in relazione con I sistemi produttivi e dei servizi". Anche per Milano, infatti, in un'ottica di policentrismo, "è tempo di intensificare le cose su logistica di prossimità e ultimo miglio": solo dando alle persone la possibilità di muoversi agevolmente e in maniera sostenibile si allarga lo scheletro della città al contempo riducendo le aree periferiche senza danni per l'ambiente, è il Sala-pensiero. "Ma ora bisogna fare, non si può più discutere". (ITALPRESS). Photo credits: Xa1 xa1/trl/red 05-Lug-22 12:45