Il file rouge che lega i personaggi dei nove romanzi in concorso per l’edizione 2002 del Premio IusArteLibri: Il Ponte della Legalità è il tema giuridico della Identità e Dignità della persona.
Il percorso itinerante dei 17 salotti IusArteLibri, animati da giuristi, giornalisti ed artisti, è iniziato a Gennaio con il primo romanzo della magistrata Barbara Perna. Annabella Abbondante è una donna diversamente magra, diversamente single e diversamente pubblico ministero. La sicurezza nel rivendicare la sua diversità consente ad Annabella di svelare omicidi pur essendo un giudice civile, dando dignità al misterioso intuito femminile che se supportato da professionalità e acume giuridico si trasforma in un vero e proprio “pool investigativo” che non arretra dinanzi alle convenzioni sociali ed alle fattispecie normative.
L’autobiografia di Salvatore Sarcone, Ordinario di Economia Aziendale all’Università La Sapienza, è un inno alle garanzie costituzionali di eguaglianza sociale e diritto allo studio. “Salvatore , lo faremo ragioniere” è l’intuizione salvifica di una mamma contadina di un piccolo paese della Calabria, che spinge il figlio a conquistare il diploma e poi addirittura la laurea. Nonostante gli stenti, il divario ed il disagio sociale, tutti i figli, persino Rosario ipovedente, “trovano sistemazione”, ossia lavoro, identità e dignità.
Il giudice Martinelli ripropone in concorso un’altra indagine del suo alter ego il P.M. Massimo Angeli. Ci si interroga sul pregiudizio. Chi sono le persone “distinte”? e chi quelli “esclusivamente distinti” da non destare sospetto alcuno pur essendo dei truffatori assassini della dignità altrui. “Esclusivamente Distinti” inizia con uno degli annunci “A. A. A. cercasi” che si pubblicavano anni fa sui giornali e ci riporta alla dimensione del ceto medio italiano alla ricerca della felicità e dello scandalo.
“Nessuno mi può giudicare” dell’ex magistrato Marcello Vitale è il mirabile tentativo di “riabilitare” il movimento culturale del ’68, ingiustamente ed infondatamente calunniato dalle accuse oscurantiste di “terrorismo e banda armata”. L’escamotage narrativo è la passionale relazione fra un magistrato ed una sensualissima “figlia dei fiori” con cui Vitale riporta al centro dell’attenzione la matrice internazionale di un movimento poeticamente fondato sul diritto di amare e di esser amati.
Carola Carulli, giornalista Rai al suo esordio come scrittrice, ci dona con il suo romanzo “Tutto il bene, Tutto il male” un vero e proprio manuale di diritto “alla famiglia”. Una intensa lezione sulla genitorialità e l’assenza di barricate sentimentali per gettare il cuore oltre gli ostacoli del tradimento e dell’assenza.
“Pentcho”, prima opera narrativa del magistrato Antonio Salvati è la coraggiosa storia per e sulla identità del “migrante-persecutato”. Da dove nasce la discriminazione razziale e religiosa e dove approda? Sul battello del Pentcho, 500 ebrei, persone a cui hanno tolto voce e memoria, si presentano al mondo e diventano personaggi. La mirabile epopea narrativa compiuta da Antonio Salvati è l’apologia del dovere sociale di sottrarre diritti all’oblio.
Elfriede Gaeng con il suo romanzo B.I.C. brevi incontri casuali, ci ricorda che anche gli oggetti sono custodi delle nostre identità. Un bellissimo accendino verde marino, si sposta dalle tasche alle borse di persone diverse che abitano in quartieri diversi della capitale. Il luogo in cui si cresce crea modi di essere e di pensare, avidità ed ambizioni, amori e tradimenti casuali.
Anche La legge del cuore di Claudia Conte, pone l’accento sulla diversa percezione della dignità nei diversi posti in cui si cresce. Una strada segna il confine non solo fra due quartieri ma fra due mondi diversi: quello dei mafiosi e quello dei magistrati. L’amicizia diventa opportunità di scegliere e stabilire quale legge venga prima di quella dello Stato ed a quali Valori si voglia aderire con il cuore per poter persino rischiare la propria vita per il bene degli altri.
L’unico avvocato in gara il penalista Andrea Mitresi, con “Il Caso Rocco” rende omaggio al mestiere del difensore, che non giudica ma assiste il cliente, che non ha opinioni o pregiudizi ma che si attiene ai fatti ed alla prove, accettando di ricondurli nell’alveo della Legge.
E’ Daniela Dawan, magistrato per meriti insigni e vincitrice della edizione 2019 del Premio IusArteLibri, che ci introduce al potere della giovinezza per seminare i buoni Valori. In “Giochi d’ombre”, 4 adolescenti di sesso, estrazione sociale ed etnia diverse attraversano lo “stargate” : una misteriosa botola li conduce nei meandri di una Milano dimenticata o mai amata dai suoi abitanti. Un viaggio nel tempo che inizia come tutte le storie più antiche con la voce narrante e magnetizzane di una vecchia saggia, perché nessuno può riconoscersi o salvarsi da solo.
La sfida della letteratura per la legalità non è ancora vinta. I 3 romanzi finalisti verranno svelati, domenica 3 luglio in Calabria nella Locride, dove poggia uno dei pilastri del Ponte della Legalità. Poi ai voti dei Collegi E-Lettori di Roma, Roccella e Ponremoli si aggiungeranno i voti dei singoli fans degli scrittori ed il 17 luglio a Pontremoli, insieme al Presidente della Fondazione del Premio Bancarella, verrà proclamato il romanzo vincitore dell’edizione 2022. Al Direttivo IusArteLibri, spetteranno invece i riconoscimenti per il romanzo ed il saggio con maggior Vis Iuridica, la scelta dell’autore che rappresenterà il Premio al Festival della Letteratura Italiana a Bordeaux, la scelta del miglior salotto ed il miglior relatore.