lunedì, 23 Dicembre, 2024
Lavoro

Lavoro minorile. Osservatorio Unicef

Si è insediato presso l’Unicef Italia l’Osservatorio sulla prevenzione dei danni da lavoro minorile per la salute e la sicurezza dei minorenni che lavorano.

Le dimensioni del problema hanno raggiunto livelli preoccupanti se si considera che nel 2021, secondo i dati INPS, nel nostro Paese il fenomeno del lavoro minorile regolare ha riguardato quasi 52.000 addetti, di cui oltre 45.000 come lavoratori dipendenti. Le stime ISTAT sulla base di questi numeri, tenendo presenti parametri prestabiliti, ci dicono che sarebbero circa 15.000 i minori impiegati in lavoro irregolare e sommerso.

“Il lavoro minorile è lungi dall’essere risolto in pratica, ha sostenuto Carmela Pace, presidente Unicef, anche se la normativa in proposito è piuttosto chiara ed esplicita nel tutelare l’integrità fisica dell’adolescente dai molteplici rischi cui il lavoro inevitabilmente espone.

Di fronte ad una platea di lavoratori minorenni così ampia, occorrono non provvedimenti assistenziali, ma promozionali, non misure repressive, ma piuttosto preventive, non sfruttamento e tratta dei “calzoni corti”, ma sana politica di orientamento e formazione professionale nelle scuole, ove i giovani possano orientarsi con estrema libertà di scelta per la loro attività futura e trovare in essa la propria soddisfazione in un avvenire migliore.

Il ragazzo non può essere ritenuto un “uomo in miniatura”, ha aggiunto la presidente UNICEF, non si possono ignorare i suoi particolari bisogni psicosomatici e le molteplici esigenze connesse ad un organismo in accrescimento, specie nella fase puberale, che può essere leso irreversibilmente dall’’esposizione ai pericoli di una attività lavorativa, ovvero ad una fatica generatrice di danni, in quanto distruttiva dell’’equilibrio fisico e psicologico.”

Il lavoro minorile in Italia può essere legale, se svolto in conformità alla normativa vigente. Il suo sfruttamento va sempre contrastato ma parallelamente occorre rafforzare le azioni per favorire la sicurezza e il rispetto dei diritti dei minorenni regolarmente impiegati in attività lavorative.

Negli anni si sono succedute numerose iniziative per rafforzare la sicurezza sui luoghi di lavoro, scarsa è ancora la cultura della prevenzione, ancora più scarsa l’attenzione accordata ai minorenni.

Ecco perché le finalità del nuovo organismo che mira a diventare un punto di riferimento permanente per le istituzioni, le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali e soprattutto per il mondo della scuola, sono: Migliorare la cultura della prevenzione, Promuovere l’attuazione in Italia delle indicazioni e delle  raccomandazioni europee e internazionali sul tema, Mappare e Analizzare la normativa, le politiche e le prassi per migliorare la garanzia dei diritti dei minorenni coinvolti, Favorire la realizzazione e la diffusione di studi e ricerche e buone pratiche, Realizzare un monitoraggio delle buone pratiche, Promuovere il coinvolgimento attivo dei minorenni coinvolti nella tutela dei loro diritti.

I componenti dell’Osservatorio, cui è stato invitato a farne parte l’ILO Italia, sono: Domenico Della Porta con funzioni di Coordinatore, Alberto Zanobini, Presidente Associazione Italiana Aziende Ospedaliere Pediatriche, Rosario De Luca, Presidente Fondazione Studi Consulenti per il Lavoro, Francesco De Caro, Responsabile del laboratorio di “Sanità pubblica per l’analisi dei bisogni di salute delle comunità” dell’Università di Salerno.

Vale la pena segnalare che alcuni mesi fa la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, presieduta dal Senatore Gianclaudio Bressa, ha audito la presidente Unicef Italia Carmela Pace sulla questione “lavoro minorile”, avendo posto al punto b) del comma 1 dell’articolo 3 della Delibera Istitutiva della medesima Commissione di Inchiesta, di rilevare la “ entità della presenza dei minori, (sul lavoro) con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio”.

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