domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Tutelare l’ambiente e la giustizia sociale

“La tutela della natura e la giustizia sociale sono due volti di una stessa medaglia”. Don Luigi Ciotti, presidente nazionale e fondatore di “Libera”, ha appena finito di parlare a migliaia di studenti che hanno preso parte alla manifestazione “Insieme si può”.

La stanchezza per il viaggio, lo stress del corteo cui ha partecipato, il freddo dopo una giornata di pioggia non hanno scalfito il prete antimafia che non smette di stringere mani e di abbracciare le persone che gli vengono incontro per un saluto ed un incoraggiamento.

Don Luigi anche oggi ha ricevuto un’accoglienza straordinaria.
Quale è il messaggio che lascia ai giovani che l’hanno appena ascoltata?
“Certamente un messaggio di speranza. Ma anche un invito a fare in modo che i comportamenti siano trasparenti ed onesti, perché è in gioco la nostra vita. La tutela della natura e la giustizia sociale sono due volti di una stessa medaglia, un binomio inscindibile. La speranza del domani poggia sull’impegno, sull’assunzione della nostra responsabilità, sulla resistenza”.

Cosa significa per lei resistere?
“Resistere significa esserci, fare meno parole e più fatti. Dobbiamo imparare tutti, nessuno a escluso, ad abitare il tempo presente insieme. La malattia più terribile di cui soffre l’Italia, e non solo, è la neutralità, l’atteggiamento di chi si disinteressa di ciò che lo circonda. Ciò vale anche per i mormoranti, ossia per quelli che se ne stanno sempre zitti e poi, nei bar o nei salotti, giudicano e criticano gli altri. Se vogliamo il cambiamento dobbiamo esserne parte”.

Quali sono gli strumenti per innescare il cambiamento?
“Le relazioni sociali e la conoscenza sono le strade per crescere in umanità. Ciascuno di noi deve curare i rapporti con gli altri e accrescere il proprio sapere. La conoscenza è un po’ come il vento che impedisce all’acqua di stagnarsi”.

Nel corso del suo intervento ha sottolineato che la nostra società si sta suicidando. Che cosa intendeva dire?
“Due sono i motivi che, se non seriamente affrontati, portano a questo epilogo. Innanzi tutto la mancanza di lavoro che, come sottolinea il Magistero sociale della Chiesa, è un elemento fondamentale della vita dell’uomo. Non a caso Papa Francesco ha detto che inerisce la dignità della persona umana”.

E il secondo motivo?
“L’altro, a mio avviso, è l’indifferenza rispetto ai problemi ambientali. Una società che non avverte l’urgenza di affrontare temi come l’inquinamento, i mutamenti climatici che ci riguardano molto da vicino, è destinata al suicidio. Basterebbe prendere coscienza di un dato: l’85% degli esseri viventi sulla faccia del nostra pianeta sono vegetali. Gli uomini rappresentano appena il 3% della popolazione della Terra. La nostra stessa vita la dobbiamo alla Natura. Ciò nonostante, il 75% delle terre emerse sono già compromesse e i più grandi ricercatori ci dicono che lo è il 66% dei mari. Fino a quando pensiamo di andare avanti su questa strada?”.

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