“Se il vicepremier e ministro ci convocherà come annunciato, saremo prontissimi a indicare quali sono le priorità da affrontare nel mondo della Scuola, spiegandogli perche’ l’accordo del 24 di Palazzo Chigi è tutt’altro che risolutivo.
Lo abbiamo fatto di recente con il ministero dell’Istruzione, al quale abbiamo inviato una serie di proposte, come quella di risollevare per davvero gli stipendi senza oneri per lo Stato”. Cosi’ Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo che ieri il vice premier Matteo Salvini ha annunciato che entro luglio invitera’ i sindacati al Viminale. “Sinora, pero’, non abbiamo avuto risposte.
E siccome il nuovo anno scolastico è alle porte – conclude Pacifico -, presto i nodi verranno al pettine, sotto forma di mancata copertura di decine di migliaia di posti, niente continuità didattica e scuole nel caos, con i dirigenti scolastici costretti a compiere acrobazie di ogni genere per tamponare situazioni sempre più difficili”.
Il sindacato sostiene, pero’, che il lavoro realizzato dal Governo per i precari è al di sotto di quello necessario “nella scuola, ad esempio, mentre si sta andando incontro al record di supplenze annuali, si punta su procedure concorsuali non risolutive, con due terzi dei supplenti storici che non verranno comunque assunti in ruolo, oltre che lente, mentre servono soluzioni immediate.
ùQueste soluzioni, inoltre, vanno ad escludere un’ampia fetta degli attuali precari che permettono quotidianamente di sopperire ai larghi vuoti di docenti e Ata titolari, sempre a causa dell’inettitudine di chi gestisce le sorti dell’Istruzione e che continua ad opporsi strenuamente alla riapertura delle GaE e del doppio canale di reclutamento con utilizzo, all’occorrenza, delle graduatorie d’Istituto anche ai fini del reclutamento”. Inoltre, osserva ancora l’Anief, per il personale Ata “si continuano a ravvisare organici tagliati, stipendi vicini alla soglia di povertà, mancate attivazioni di profili professionali superiori, come quella dei coordinatori di ogni profilo, anche laddove sono previsti per legge, oltre che l’opposizione all’avvio di concorsi riservati, a partire da quelli per gli amministrativi facenti funzione Dsga.
In generale, preoccupa molto il mancato rilancio del comparto dell’Istruzione, per il quale si prevede addirittura un taglio progressivo di investimenti pubblici nel Def, con la spesa per il settore in calo continuo fino al 2040”.