ROMA (ITALPRESS) – La Regione Lazio ha inviato al Comune di Roma e ai Distretti socio-sanitari della regione le linee guida regionali per il riconoscimento del caregiver familiare, la valorizzazione sociale del ruolo e la promozione di interventi di sostegno. Si tratta di "chiarimenti applicativi". Con la circolare – fa sapere Regione Lazio – si forniscono chiarimenti in merito all'applicazione delle linee guida in oggetto e in particolare al processo di presa in carico e valutazione dei bisogni del caregiver. La sezione caregiver prevede quattro differenti parti: la prima, anagrafica, che riporta i dati personali del caregiver, identifica la relazione con la persona assistita e riporta sinteticamente il tipo di impegno e di carico organizzativo in capo allo stesso; la seconda finalizzata a verificare la qualità della rete familiare e amicale su cui il caregiver può eventualmente contare per un supporto psicologico ed organizzativo; la terza è orientata a valutare il livello di stress del caregiver e se vi siano delle aree specifiche di stress maggiori di altri, al fine di individuare un possibile bisogno di sostegno specifico ed, eventualmente, un invio ad un secondo livello di valutazione o di consulenza specialistica; la quarta individua puntualmente i bisogni espressi dal caregiver e i servizi attivabili tra quelli previsti dalle linee guida. Con riferimento generale alla compilazione della sezione – si legge nella circolare – si richiama l'attenzione sul fatto che la stessa, come integrazione del PAI (Piano Assistenziale Individuale) e come previsto dal punto 7 delle linee guida, è uno strumento di valutazione del bisogno della persona gestito all'interno dell'Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm). Le linee guida al punto 8 d), nel descrivere l'utilità della valutazione e segnatamente della valutazione dello stress del caregiver richiamano, a titolo meramente esemplificativo , come "possibili" strumenti da utilizzare il (questionario, ndr) Cbi (Caregiver Burden Inventory) e il Sense of Competence. La sezione caregiver non individua specificamente determinati strumenti da utilizzare (colloquio, questionario) lasciando la scelta all'autonomia decisionale dell'Uvm e dei professionisti incaricati della valutazione. Si invitano pertanto alla massima attenzione le Uvm e i professionisti nella fase attuativa e nella scelta degli strumenti di valutazione. Tutti gli strumenti di indagine che vengono utilizzati per la valutazione dello stress, infatti, indagano i diversi aspetti della vita del caregiver (carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo) e per questo motivo, le linee guida prevedono che il caregiver, in tutto il processo di valutazione, sia attentamente accompagnato dagli operatori professionali incaricati, che dovranno con la chiarezza e la delicatezza del caso, esplicitare l'obiettivo degli strumenti di indagine utilizzati, i suoi contenuti, e la libertà di risposta alle singole domande. "Tutto ciò premesso – fa sapere la Regione – anche a seguito delle segnalazioni ricevute in merito in particolare alla terminologia impattante contenuta nel Cbi e a una sua non corretta distribuzione a alcuni caregiver, si raccomanda di non procedere alla sua somministrazione". (ITALPRESS). – credit photo agenziafotogramma.it – fag/com/red 24-Giu-22 22:04