Draghi giganteggia tra gli altri leader europei. Sue le tre proposte più importanti di questi mesi:
blocco delle riserve valutarie russe all’estero, tetto al prezzo del gas di Mosca e politica fiscale anti-crisi della Commissione Europea. È l’agenda Draghi che convince sempre più anche Macron e Scholz.
Le beghe di casa nostra sono piccola cosa. E comunque la scissione 5s rende residuale il ruolo di Conte, finora principale contestatore della linea del Governo. Che affronterà il difficilissimo autunno/inverno con la forza e la credibilità necessarie per gestire problemi e angosce degli italiani.
Non può dirlo perché non sarebbe carino, ma il suo governo non è mai stato così forte e autorevole. A Bruxelles e a Roma.
In Europa l’Italia gode di un prestigio e di un rispetto senza precedenti. E questo avviene perché Draghi avanza proposte di grande rilevanza tecnica e politica.
La prima. Era stato il nostro Presidente del Consiglio – come rivelato dal Financial times – a suggerire anche a Biden di inserire tra le sanzioni alla Russia il blocco delle riserve della Banca centrale di Mosca all’estero, impedendo al Cremlino di usare più della metà dei 630 miliardi di dollari posseduti per sostenere il rublo e l’economia. Forse è ancora questo il colpo più duro inferto a Putin dalle sanzioni, anche se non se ne parla.
La seconda. L’altra mossa in grado di dare un duro colpo a Mosca è sempre un’idea di Draghi, avanzata ormai da 4 mesi: un tetto al prezzo del gas russo, sfruttando il potere di mercato dei Paesi dell’Unione europea principali clienti di Gazprom.
L’Ue tarda a decidere, ma col passare del tempo la Germania si è convinta che l’idea di Draghi è giusta. l’Olanda fa finta di non capire perché ha interessi particolari da tutelare essendo il luogo dove avvengono le transazioni finanziarie di questo mercato.
C’è una terza idea che Draghi sta lanciando, con una certa prudenza per non sembrare il primo della classe, visto che tra i capi di stato e di governo è lui che quando era alla guida della BCE ha salvato l’euro.
Si tratta di affiancare alla politica monetaria della Bce -che Draghi si rifiuta di commentare perché è un signore- una politica fiscale della Commissione europea. Non si tratta di regalare soldi ai Paesi in difficoltà ma di andarli a cercare sui mercati finanziari in nome e per conto dell’intera Europa -che ha un rating altissimo-per poi prestarli ai Paesi membri che ne hanno bisogno a particolari condizioni, sicuramente migliori di quelle che i mercati imporrebbero ai singoli Pasi in difficoltà.
Vedremo se questa terza idea di Draghi, magari col sostegno di Macron, farà strada. Certo è che l’Italia sta collezionando delle belle figure in Europa perché chi la rappresenta parla con competenza e ha idee intelligenti su come affrontare i problemi. Un tecnico? No. Questo significa saper fare politica.
E qui veniamo ai fattarelli di casa nostra. Le beghe che hanno portato alla scissione dei 5 Stelle non cambiano di un millimetro la linea del governo. Non ci sarà nessun rimpasto. Draghi esce rafforzato dal dimezzamento di Conte. Il capo del 5 Stelle aveva cominciato ad imitare Salvini, senza la maestria del leader leghista ,nei tentativi di minare il campo intorno al governo. Le mine si sono rivelate piccoli petardi di Capodanno: fumo e rumore che finiscono in pochi secondi.
La vera bomba è esplosa tra i piedi di Conte che oggi ha le mani più legate che mai. Se rompe col Governo, nessuno se ne accorge. Se rimane dov’è dà ragione a Di Maio che di Draghi è un alfiere entusiasta. Insomma un altro capolavoro dell’avvocato.
Meglio così, perché autunno e inverno saranno durissimi. E solo un governo forte e credibile, in Italia e in Europa, potrà gestire problemi e angosce degli italiani.
Fonte foto: governo.it