NAPOLI (ITALPRESS) – Crescita doveva essere e crescita è stata per l'economia campana che nel 2021 ha fatto registrare una ripresa generalizzata in tutte le voci prese in considerazione: dalle imprese al credito, dalle famiglie al lavoro. Non poteva che essere così considerato che il principale termine di paragone è quello con il 2020, anno choc profondamente segnato dalla pandemia e da tutte le sue implicazioni. Nel 2021 la ripresa del Pil della Campania è stata del 6,0%, un incremento praticamente in linea con quello del Mezzogiorno (5,9%), ma inferiore di più di mezzo punto rispetto alla media nazionale (6,6%). Guardando al 2019 il recupero è stato tuttavia parziale: l'attività in regione è risultata infatti inferiore di oltre il 3%. Un divario in linea con quanto registrato nelle altre zone del sud, ma leggermente più ampio rispetto al resto del Paese. Tutto questo lo si apprende nel corso della presentazione del rapporto "L'economia della Campania", documento analitico redatto da Bankitalia e svelato stamattina, prima alla stampa e poi alla presenza delle autorità, all'Università Federico II di Napoli. Dalle imprese arrivano i risultati più incoraggianti, nonostante qualche difficoltà di approvvigionamento degli input che ha generato ritardi nelle consegne e aumenti di prezzi (tendenze in peggioramento con lo scoppio del conflitto russo-ucraino). Il valore aggiunto dell'industria si è riportato ai livelli del 2019 mentre per i servizi la crescita c'è stata ma non al punto di consentire il totale recupero rispetto alla situazione pre pandemia. Il vero boom arriva dal comparto delle costruzioni: il progresso è del 19,9%, dato gonfiato particolarmente dal settore delle ristrutturazioni private che sono state sostenute dagli incentivi pubblici. Per quanto riguarda il turismo, secondo le stime Istat, nei primi tre trimestri del 2021 le presenze in regione sono cresciute dell'11,6% ma siamo ancora ben lontani da quanto accadeva nello stesso arco temporale ma nel 2019 (-60,1%). Naturalmente aumenta il numero di viaggiatori in transito all'aeroporto di Napoli Capodichino (67%) o che hanno utilizzato traghetti e aliscafi (35%). Per quanto riguarda i turisti stranieri c'è un bel +30% (-43,7% rispetto al 2019). Buon aumento anche per l'export regionale (12,8%, in Italia 18,2), soprattutto nei settori farmaceutico, metallurgico e trasformazione alimentare. Meno bene la filiera aeronautica e l'automotive. Nel 2021 le compravendite di immobili residenziali sono cresciute significativamente (+33%), raggiungendo livelli superiori a quelli medi del precedente decennio. Conseguentemente anche i prezzi sono aumentati (2,2%). Dal punto di vista economico, nel complesso, l'85% delle aziende campane ha chiuso l'esercizio in utile o in pareggio. Da registrare, nella prima parte d'anno (poi c'è stata decelerazione), una crescita sostenuta anche dei prestiti alle imprese. Passando al mercato del lavoro, l'occupazione in Campania nel 2021 è cresciuta dell'1,4%, più che in Italia, ma il suo livello rimane inferiore di circa 2 punti percentuali a quello del 2019. Resta preoccupante il dato sul divario di genere (colmare questo gap è uno dei principali obiettivi del Pnrr): l'anno scorso il tasso di attività delle donne è stato inferiore di 28 punti percentuali rispetto a quello maschile con picchi maggiori tra le persone meno istruite. Analizzando i grafici, inoltre, si nota anche come il tasso di attività delle donne con figli in età pre scolare è meno della metà di quello degli uomini nella stessa condizione, ma è anche 22 punti percentuali al di sotto della media nazionale. L'allentamento delle misure di restrizione imposte dalla pandemia ha favorito una ripresa dei consumi del +4,7% (5,4% in Italia) ma anche i redditi sono cresciuti dell'1,7% (+2,0% in Italia). Sui consumi c'è da aggiungere, ma questo vale un po' per tutto il discorso, che negli ultimi mesi lo scenario è mutato con l'innestarsi delle dinamiche relative alla guerra in Ucraina. In particolare la ripresa dei consumi è stata temperata dai rincari dei beni, soprattutto quelli energetici ed alimentari. Tornando sui redditi invece, un passaggio meritano le misure di sostegno alle famiglie: rispetto al 2020 sono aumentati di oltre un decimo i nuclei familiari che in Campania hanno beneficiato del Reddito o della Pensione di cittadinanza. In totale sono 291 mila le famiglie (il 13,3% di quelle residenti) ad aver avuto accesso ai fondi. Circa 78mila nuclei hanno invece beneficiato del Reddito di emergenza. Crescono con intensità (+4,5%) i prestiti alle famiglie. L'aumento è stato sospinto specialmente dai mutui per l'acquisto di abitazioni (+5,3%) con i campani (oltre il 70%) che hanno dimostrato di preferire i mutui a tasso fisso. Per quanto riguarda la spesa degli enti locali campani si registra una diminuzione (-5,3%) in confronto alla fase più acuta della pandemia, ma aumentano gli investimenti e la spesa per il personale (soprattutto quello sanitario). Verso la fine, ma non per importanza, permangono alcuni divari nella dotazione di alcune infrastrutture economiche e sociali: la Campania è in linea con l'Italia su trasporti e telecomunicazioni, però è in ritardo nel sistema aeroportuale e nel servizio elettrico e idrico (anche su questi gap dovrebbe intervenire il Pnrr). Poi c'è la scuola dove si deve segnalare che solo il 9% degli studenti frequenta plessi dotati di mensa e di questi solo il 39% ne può usufruire. In chiusura va evidenziato che la Campania resta ancora distante dai Leps, i livelli essenziali delle prestazioni definiti per alcuni servizi dalla legge di bilancio 2022: particolari criticità per asili nido, assistenza sociale e assistenza agli anziani. – foto: Xc9 (ITALPRESS). xc9/pc/red 23-Giu-22 17:12