Per Confagricoltura è necessario che venga dichiarato lo stato di emergenza per la gestione della risorsa idrica e di calamità naturale per il settore. Altrettanto urgente è il rilascio per uso irriguo delle acque dai bacini idroelettrici anche se in questa annata, in cui si chiede di produrre di più, c’è anche rischio di carenza energetica.
Il mondo agricolo si trova ad affrontare l’ennesima e prevedibile emergenza. Questa volta è dovuta alla siccità che minaccia le rese dei raccolti primaverili ed estivi, in particolare nel Nord Italia. La criticità della situazione in cui versa il settore primario a causa dello stress idrico è stata affrontata durante la diretta streaming di oggi tra la componente di Giunta di Confagricoltura, Giovanna Parmigiani, e i rappresentati territoriali della Confederazione. Un incontro che è stato il prosieguo del lavoro di ieri della Giunta nazionale.
Dalla riunione sono emerse alcune chiare richieste nei confronti del Governo. L’incremento del prelievo di acqua dovrà essere effettuato anche attraverso deroghe al deflusso minimo vitale dei fiumi prevedendo, per almeno 60 giorni, una riduzione del 70% degli attuali livelli.
Confagricoltura, inoltre, chiede una proroga del credito in favore delle imprese agricole per affrontare i costi di irrigazione destinati a raddoppiare. Sul medio e lungo periodo, per Confagricoltura è fondamentale realizzare le infrastrutture irrigue previste dal PNRR e avviare una rimodulazione del Piano per recuperare ulteriori risorse da destinare all’emergenza.
La crisi della siccità è non solo italiana, ma riguarda molti altri Paesi membri della Ue. A riguardo, in Spagna, il governo ha già deciso di intervenire a sostegno delle aziende agricole con un fondo da 400 milioni di euro.
Fonte foto: Marco Cremonesi – Imagoeconomica