Le sospensioni della didattica in presenza sono state molto più frequenti nelle regioni meridionali rispetto al resto del Paese. Questo fattore, unito al fatto che le condizioni per lo svolgimento della didattica a distanza sono peggiori al Sud, soprattutto a causa della minor capacità delle famiglie, in media meno ricche e istruite, di sostenere gli studenti nello studio da casa, potrebbe aver accentuato i ritardi dell’area nell’accumulazione del capitale umano.
A conferma di ciò, i risultati dei test INVALSI eseguiti nell’anno scolastico 2020-2021 mostrano una riduzione degli apprendimenti generalizzata per i livelli scolastici maggiormente interessati dalla didattica a distanza che è risultata più intensa per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati. È quanto si legge nel rapporto di Bankitalia sul divario Nord-Sud. Le prospettive di crescita economica risultano fortemente condizionate dalle dinamiche demografiche; queste ultime, già negative per il complesso del Paese, risultano ancora meno favorevoli per il Mezzogiorno.
Le più recenti proiezioni demografiche dell’Istat indicano che tra il 2020 e il 2040 il numero di 15-64enni si ridurrebbe del 14 per cento al Centro Nord (quasi 3,5 milioni) e di oltre il 24 nel Mezzogiorno (con una flessione di circa 3 milioni di abitanti). La divergenza demografica tra i territori si ridurrebbe in misura lieve qualora si assumesse che i flussi migratori interni si annullassero nei prossimi 20 anni.