L’aggressione russa in Ucraina non accenna a finire, e il tema energia si fa più stringente. A incalzare le decisioni anche l’iniziativa della Russia di stringere i rubinetti del gas. Un deterioramento dello scenario che ha innescato la convocazione per oggi pomeriggio della riunione del “Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del gas naturale”, istituito presso il Ministero della transizione ecologica (Mite). Si discuterà del possibile innalzamento dallo stato attuale di “preallarme” a quello di “allarme”. Il Comitato tecnico è composto da tecnici del Ministero della Transizione ecologica, l’autorità per l’energia Arera e imprese di trasporto e stoccaggio tra cui Snam e Terna. Secondo fonti di Governo tra breve ci sarà un’altra riunione, con il ministro Roberto Cingolani anche con le società fornitrici di gas, tra cui Eni ed Enel.
Prezzi, nuovo record
Con ieri è iniziata sui mercati internazionali ancora una settimana di forti rialzi.
Sulla piazza di Amsterdam i contratti futures sul mese di luglio sono balzati del 7,45% a 126,5 euro al MWh. Bisogna ricordare per comprendere l’evoluzione dei prezzi che il gas naturale è una materia che ha un percorso molto complesso prima di arrivare al suo utilizzo finale. Il giacimento che deve essere individuato, poi l’estrazione, la raffinazione, il trasporto e lo stoccaggio per essere infine reso disponibile per i consumatori. Questo lungo processo richiede molti investimenti iniziali da parte dei produttori di gas naturale con una catena di operatori molto ampia. Lo scenario con cui oggi si deve fare i conti inoltre è la forte instabilità della programmazione dei flussi. Ieri la società russa Gazprom ha deciso – ed è una costante degli ultimi giorni – di consegnare volumi di gas minori di quanto chiesto da Eni. Un problema che ha dato un forte impulso alle compagnie italiane di ricercare nuovi accordi e partner alternativi alla Russia.
I piani alternativi a Mosca
L’Eni ha dato il via libera a nuove sinergie, l’ultima annunciata dalla società è un patto con Qatar, Paese della Penisola Arabica che ha enormi giacimenti di gas da mettere in produzione. Secondo quanto reso noto dall’Eni è stato dato il via libera ad un accordo tra North Field East, “per contribuire positivamente ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas a livello mondiale”. QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%. “Il progetto”, ha spiegato Eni, “consentirà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar dagli attuali 77 Mtpa a 110”. L’accordo, la cui negoziazione è stata avviata nel 2019, ha la durata di 27 anni e rafforza in modo importante la presenza di Eni in Medio Oriente. I tempi di produzione saranno rapidi, si calcola che nel 2025 ci saranno i primi benefici concreti.
La situazione in Italia
Stando alle valutazioni sulle stime delle riserve italiane sono a buon punto. Il Governo punta ad accelerare, lo stoccaggio che oggi si attesta al 54%, ma si punta ad arrivare all’80-90% entro l’estate. Per l’autunno le previsioni sono ottimistiche nel senso che si calcola che ci saranno riserve sufficienti per alimentare il Paese. Il problema fino a quando però si potrà fare affidamento sulle riserve.
I tagli delle accise
Altro capitolo è la richiesta di un tetto ai costi dell’energia per dare una mano a imprese e famiglie oggi nella morsa dei prezzi. Così come un ulteriore e prolungamento del taglio delle accise sul carburante per tutti e in particolare per il settore degli autotrasportatori.
Un aiuto arriverà dall’extra gettito delle imposte e dai relativi incassi dello Stato.
Nel bollettino di giugno il ministero dell’Economia ha calcolato nei primi quattro mesi dell’anno un aumento del 18,1% nel gettito delle imposte indirette, con un’accelerata pari a 3,3 volte la dinamica ipotizzata nel Def di aprile. Mentre sul totale delle entrate tributarie la corsa degli incassi segna +10,7%, cioè 2,6 volte le stime del Documento di economia e finanza. Lo Stato ha incassato più soldi che stando alle prossime decisioni saranno utilizzati per un nuovo decreto su benzina e bollette che il governo ha in programma di varare tra breve. Si calcola entro il 30 giugno quando sarà chiaro l’ammontare della somma dell’extra-gettito incassato frutto di un maggiore flusso di entrate derivante dall’IVA.
In più ad alimentare gli aiuti ci saranno i soldi incassati dalla Riscossione, in quanto l’Agenzia delle entrate ha ripreso a riscuotere a ritmi normali dopo i due anni di blocco per la pandemia.
Il tesoretto da utilizzare
Secondo gli analisti tra extra gettito e Riscossioni la cifra che dovrebbe alimentare i nuovi provvedimenti di aiuti dovrebbe attestarsi sui 6 miliardi. Non è poco ma non saranno gli ultimi fondi da mettere a disposizione in quanto come si ripete la guerra sarà ancora lunga, l’energia subirà ancora rincari con effetto domino sull’inflazione. Il timore più grande delle Associazioni di categoria del commercio sarà l’effetto depressivo sui consumi.
Si può dire che la sfida dei prezzi e del loro raffreddamento è appena iniziata.