A causa della guerra e i nuovi scenari sugli ecobonus, oltre trentamila imprese non possono realizzare gli investimenti necessari per far fronte alla crisi e rischiano il collasso. A sottolinearlo il presidente nazionale della Cna, Dario Costantini, intervenuto durante un dibattito sulle imprese italiane, a Ragusa. “Secondo una nostra indagine, quello che sta accadendo può portare alla morte di 33mila piccole imprese. Se non sono ancora chiaro dico che 160 mila persone perderanno il lavoro”. Sulla questione dell’accesso al credito, oggetto principale del convegno tenutosi stamani dal titolo “Credito e finanza agevolata, opportunità per le imprese”, Costantini ha detto che “si tratta di un problema atavico per la sopravvivenza delle aziende.
Adesso le imprese devono restituire i crediti. Va detto che i titolari non chiedono prestiti per comprare la Porsche, ma per creare investimenti in azienda e nel territorio. E se chiedono prestiti è perché chi gli ha commissionato il lavoro non paga e per abitudine non rispetta i pagamenti”. Altro tema molto sentito quello del caro gasolio che ha determinato lo sciopero non concertato degli autotrasportatori che ha mandato in tilt il comparto agricolo più di tutti. “In questa settimana – ha chiarito il presidente nazionale – abbiamo superato i 2 euro alla pompa. L’aumento dei prezzi è iniziato prima che la guerra scoppiasse. In questa regione avete più problemi di altre. Il trasporto via mare, i traghetti ad esempio, è un dramma. Alla viceministra Teresa Bellanova abbiamo chiesto che il prezzo dei traghetti possa essere messo in fattura, nel giro di un anno i prezzi sono aumentati dai 400 ai 1000 euro. I nostri autotrasportatori la notte non dormono sulle poltrone, poi devono guidare e c’è il problema sicurezza”.