Secondo uno studio condotto da GREEN (Centre for Geography, Resources, Environment, Energy and Networks) dell’Università Bocconi e dal Wuppertal Institut: Screening the efficiency of packaging waste in Europe, presentato a Bruxelles presso la sede del Parlamento Europeo, l’Italia è uno dei Paesi europei in cui il riciclo degli imballaggi ha i risultati migliori e risulta meno costoso. I Paesi europei hanno costruito diversi modelli di gestione dei rifiuti di imballaggio, ognuno con specificità proprie. Quello italiano, rappresentato da CONAI, è uno dei più efficienti e meno costosi. Dal 2005 l’Europa ha introdotto per i suoi Stati l’obbligo di istituire un regime di responsabilità estesa del produttore per gestire gli imballaggi quando diventano rifiuti: chi produce imballaggi è responsabile anche del loro fine vita.
“Confrontate in base a efficienza economica e a efficacia di riciclo, le organizzazioni sono state rappresentate in un grafico a quattro quadranti”, spiega il presidente CONAI Luca Ruini. “L’Italia, con il Consorzio Nazionale Imballaggi, è uno degli Stati in cui si ricicla di più e a prezzi più bassi. I dati dello studio smentiscono la credenza per cui a risultati di riciclo migliori corrispondono costi più alti per il tessuto imprenditoriale: e infatti abbiamo appena abbassato la maggior parte dei contributi ambientali CONAI, ponendoci tra i Paesi europei che hanno apportato le riduzioni più consistenti. Ma dalla ricerca emerge un altro dato di grande importanza: insieme a Francia, Estonia e Repubblica Ceca, siamo il Paese che nella gestione dei rifiuti vanta il maggior livello di trasparenza”, prosegue.
CONAI, se messo a confronto con le PRO delle Nazioni con più di 10 milioni di abitanti serviti, risulta il sistema più efficiente: è meno costoso rispetto alle PRO di Spagna, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania. “Un esempio concreto dell’eccellenza dell’Italia nel sistema di gestione degli imballaggi”, commenta il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni. “Sui temi dell’economia circolare l’Italia spicca nel confronto europeo. La necessità di accelerare il passaggio verso l’economia circolare, del resto, non è mai stata così chiara e urgente: l’estrazione e la lavorazione delle risorse materiali è responsabile della metà delle emissioni di gas effetto serra e del 90% della perdita di biodiversità”, prosegue. “Ancora una volta il ruolo delle organizzazioni di responsabilità estesa del produttore si rivela fondamentale per un’efficace transizione verso l’economia circolare”, dichiara Simona Bonafè, deputata al Parlamento Europeo. “I dati riportati dalla ricerca condotta dall’Università Bocconi evidenziano il contributo di queste organizzazioni per raggiungere gli obiettivi di riciclo presenti nella Direttiva Imballaggi. In questo settore l’Italia è all’avanguardia e l’esperienza del CONAI rappresenta una best practice nella gestione dei rifiuti da cui trarre esempio a livello europeo”, aggiunge.
A rivelarsi più efficienti sono le PRO singole, ossia le uniche nel loro Paese, che operano in un regime non competitivo. Dallo studio emerge con chiarezza come le PRO multiple in regimi competitivi realizzino tassi di riciclo decisamente inferiori. Le PRO singole coniugano costi inferiori e risultati migliori. Nella gestione dei rifiuti di imballaggio, i sistemi no profit di contesti non competitivi ottengono in Europa tassi di riciclo superiori di 8 punti percentuali rispetto a sistemi profit che operano in ambienti competitivi.