domenica, 15 Dicembre, 2024
Cultura

Gentili e i Castelli in aria dell’Amore

Gestire aziende è lavoro complesso. Gestire l’amore? È un’avventura con continue sorprese, vittorie e sconfitte, e la necessità emozionale di essere ogni giorno “innovativi”.

La poesia è sicuramente lo strumento che sublima e rende più alla nostra portata il turbinio di sentimenti che accompagnano l’innamoramento, l’amore, le crisi, l’abbandono, la mancanza.

Ne abbiamo un’eccellente prova in questa raccolta poetica “Castelli in aria”, scritte da un prestigioso manager di lungo corso che affida al linguaggio lieve dei versi il compito di descrivere le sue emozioni con una crudezza e trasparenza che non lasciano spazio alla paura di essere se stesso.

Articolato in tre sezioni, Vicinanza, Distanza, Assenza, questo canzoniere ci fa sentire -aggiornati ai nostri tempi- gli echi delle delicatezze dello stilnovismo.

La donna amata è descritta con pennellate decise come un personaggio forte, un angelo ammaliatore capace anche di fuggire e di lasciare un vuoto, senza alcun rimorso.

Non c’è affettazione nella descrizione dell’ amore che è il vero protagonista, al di là dell’uomo e della donna, di questa raccolta poetica. Si, perché in fondo è l’amore come ideale che viene descritto da Gentili nel suo concepimento, nella sua evoluzione, nella gioia della condivisione, nel buio delle crisi, nella tempesta della fine e nella ricerca infinita di ricostruirlo per colmare il vuoto che lascia quando si dilegua.

Gentili usa parole semplici per raccontare la sua avventura attraverso l’amore senza mai cedere alla disperazione, al nihilismo che solitamente accompagnano l’esperienza del cuore lasciato solo che continua a battere perché si sente ancora animato dalla persona amata.

C’è si la sofferenza, c’è la fragilità dell’uomo che si aggrappa alla memoria di frammenti di vissuto per non naufragare. Ma soprattutto c’è una forma sottile e delicata di “controllo” della situazione, Una gestione della crisi, si direbbe con linguaggio manageriale, Che in questo caso diventa non un trucco per occultare realtà antipatiche ma un guardarsi sincero allo specchio, mettersi a nudo e nell’immagine riflessa dominare la propri autenticità. In fondo i castelli in aria che costruiamo svegli o dormendo non siamo altro che noi stessi nella nostra rappresentazione più autentica.

Stefano Gentili: Castelli in Aria. Poesia – Montabone editore 2022

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