“Aree rurali disagiate: il futuro è Donna”. È il tema della iniziativa promossa da “Confagricoltura Donna” in occasione dei dieci anni dalla fondazione. L’incontro di è tenuto nella Sala Refettorio della Camera
dei Deputati, a cui ha partecipato un ampio parterre di rappresentanti del mondo universitario, politico ed istituzionale.
Imprese femminili più innovative
Con il supporto dell’analisi del Centro Studi di Confagricoltura, ha presentato uno studio in cui emerge, accanto alla forte propensione all’innovazione delle aziende condotte al femminile, la fisiologica
diminuzione delle aziende meno strutturate.
“L’imprenditoria femminile”, ha affermato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, “è una delle componenti più dinamiche del sistema produttivo nazionale. E la nostra associazione in
questi anni si è consolidata sul territorio. Partiamo da una riflessione sulle aree svantaggiate, nelle quali siamo convinte che il futuro passerà dalla presenza femminile, per confrontarci con il mondo politico
ed istituzionale”.
La prima parte ha coinvolto docenti dell’Università della Tuscia: Sonia Melchiorre, Saverio Senni e Cinzia Zinnanti e l’ingegner Fabio Volpe di Egeos, che hanno evidenziato come le aree svantaggiate non siano solo quelle interne e disagiate, ma tutte quelle che hanno difficoltà nell’utilizzo di infrastrutture assolutamente necessarie per la sopravvivenza di qualsiasi impresa.
Relatori e ospiti
Al decennale di Confagricoltura Donna hanno portato la loro testimonianza le imprenditrici Chiara Pertosa (Puglia), Federica Argentati (Sicilia) e Alessandra Atorino (Lazio). E sono intervenuti il ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti; la sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico, Anna Ascani; il sottosegretario del ministero delle Politiche Agricole, Francesco Battistoni; il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, le vicepresidenti della commissione
Agricoltura della Camera dei Deputati Susanna Cenni e Maria Spena.
Fondo per imprese femminili
“Apprezziamo l’interesse che, in questi ultimi anni, hanno acquisito le politiche di genere nelle agende internazionali e nazionali, così come la creazione del fondo per l’imprenditoria femminile. La possibilità di
aderivi è rimasta, però, aperta un solo giorno per l’esaurimento delle risorse. E’ questa la migliore dimostrazione di quanto le imprese femminili siano presenti e vitali e mandino un chiaro segnale”, ha
spiegato Oddi Baglioni, “della necessità di una precisa attenzione verso strumenti strutturali e non emergenziali, che tengano in considerazione l’universo della produzione agricola”.
Il 21% delle imprese è donna
Le attività economiche a conduzione femminile, in Italia, sono circa il 21%, mentre nel nostro settore superano il 28%. Tra le nostre associate sono numerose le valenti imprenditrici in tutti i comparti. Occorre
valorizzare adeguatamente l’apporto delle imprese condotte da donne nell’accelerare la ripresa del Paese, aprendo la strada ad un futuro più inclusivo e sostenibile dal punto di vista produttivo, sociale e umano”,
ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha aggiunto: “Faccio mia la richiesta avanzata da Alessandra Oddi Baglioni per creare percorsi strutturali, semplici e concreti, che
affianchino crescita e sviluppo delle imprese agricole, fulcro dell’economia nazionale”.
In Sicilia c’è il boom
L’analisi del centro Studi di Confagricoltura ha messo in evidenza che la regione con il maggior numero di imprese agricole femminili in assoluto è la Sicilia con 24.831 (+1,7 negli ultimi 2 anni), seguita da
Puglia (23.361) e Campania (21.406). A livello delle provincie, sempre secondo l’elaborazione del centro studi di Confagricoltura, medaglia d’oro è Trieste con un incremento del 6,92%, argento Lecce (+ 6,59%),
bronzo Como (+ 5,48%), al quarto posto Rieti, con + 4,4%.
Agriturismo e aziende bio
Per quanto riguarda i comparti coniugati al femminile, permane lo zoccolo duro nell’agriturismo, nella multifunzionalità e nelle fattorie didattiche (che sono arrivate, complessivamente al 60%), si riscontra
una maggioranza di imprenditrici nelle aziende biologiche. E’ cresciuta, negli ultimi 10 anni, in percentuale la presenza femminile negli allevamenti zootecnici superando il 43%, mentre nelle floricole sfiorano
il 50%.