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LUIS DE GUINDOS BCE, KLAAS KNOT PRESIDENTE DELLA BANCA OLANDESE,CHRISTINE LAGARDE PRESIDENTE DELLA BCE, WOLFGANG PROISSL DG COMUNICAZIONE BCE

Inflazione. La Bce alza i tassi. Ora una politica economica Ue

venerdì, 10 Giugno 2022
1 minuto di lettura

È urgente che la Commissione capisca che questa è la sua seconda grande sfida che è chiamata a fronteggiare dopo la pandemia. Deve approntare una vera politica economica di sostegno agli investimenti e all’occupazione. Servono risorse ingenti una sorta di Recovery che aiuti a sopportare i costi indiretti della guerra. Ma nell’immediato serve un tetto ai pressi del gas. Italia e Francia convincano la Germania a fare fronte comune su questa linea. Altrimenti sarà un disastro.

Prima o poi doveva succedere. Ed è successo, Il lungo periodo di politiche monetarie “accomodanti” della Bce è finito. Il “whatever it takes” di Draghi servì a salvare l’euro dalle speculazioni e a invertire una politica assurda, prigioniera dell’austerità a tutti i costi, che stava deprimendo le prospettive di crescita dell’Unione.

Poi è venuta la pandemia che ha costretto la Lagarde a tenere in piedi i meccanismi di difesa comune della moneta e di contrasto ai disastri provocati dalle chiusure di attività economiche.

L’inflazione aveva cominciato a rialzare la testa già nella seconda metà dello scorso anno.

Se non ci fosse stata la scellerata invasione russa dell’Ucraina, probabilmente il rialzo dell’inflazione poteva essere contenuto e gestito dalla Bce senza stravolgere gli 11 anni di tapering tassi a zero.

Ma la guerra ha cambiato tutto e l’inflazione si è incendiata. Bisognava correre ai ripari. D’altro canto, in condizioni diverse e con una rincorsa dei prezzi peggiore di quella europea, la Federal Reserve aveva già azionato il freno.

Ma non ci si può aspettare tutto dalla politica monetaria. La Bce fa il suo mestiere che è tenere l’inflazione intorno al 2%. A differenza della Federal Reserve non ha il compito di assicurare anche la massima occupazione possibile.

E qui la parola passa alla Commissione Europea e al suo potere di impulso sia sul Parlamento che sul Consiglio.

Oltre alla politica monetaria serve una politica economica comune e non di singoli stati per fronteggiare in modo diverso che in passato l’inflazione e i danni provocati della guerra.

Se si lascia tutto nella mani della Bce, prima o poi il rialzo dei tassi finirà per frenare la crescita far costare di più i debiti sovrani e innescare una spirale pericolosissima.

È urgente che la Commissione capisca che questa è la sua seconda grande sfida che è chiamata a fronteggiare dopo la pandemia. Deve approntare una vera politica economica di sostegno agli investimenti e all’occupazione. Servono risorse ingenti una sorta di Recovery che aiuti a sopportare i costi indiretti della guerra. Ma nell’immediato serve un tetto ai pressi del gas. Italia e Francia convincano la Germania a fare fronte comune su questa linea. Altrimenti sarà un disastro.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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