A Roma si direbbe che “ha sbroccato”, ha perso il controllo. In realtà Medvedev ha lanciato un brutto segnale. Alla Russia. Se un ex presidente e fedelissimo di Putin arriva a questi livelli vuol dire che al Cremlino regna un nervosismo incontrollato tipico di chi non si sente sicuro di sé ed è in forte difficoltà. Per l’odio, come per l’amore, vale il principio che se l’altra parte non ti ricambia, tu sei uno sfigato.
Si rassegni Medvedev. L’Occidente non odia il popolo russo e neanche i suoi dirigenti responsabili di scelte scellerate. Semplicemente non possiamo accettare la violazione del diritto internazionale, l’aggressione contro uno Stato sovrano, i massacri di civili inermi, donne e bambini. E non ripeteremo l’errore commesso negli ultimi 22 anni di regno di Putin, sorvolare sulle prepotenze del nuovo zar, accettare il fatto compiuto come in Siria, Georgia e Cecenia, abbaiare e non mordere.
L’Occidente che ora odia Medvedev e suoi hanno cercato di imitarlo, in malo modo. Lui e gli oligarchi fedeli del capo si sono ben guardati dal tornare al comunismo dell’Unione sovietica; hanno scimmiottato il capitalismo occidentale imitandolo nel difetto peggiore: l’arricchimento smodato e senza ritegno. Hanno sguazzato nei modelli di consumo del perfido Occidente rivestendosi di tutti gli status symbol dell’opulenza esibizionistica. Si sono ben guardati dall’imitare l’Occidente nella libertà e nella democrazia, per paura di perdere lo strapotere che gli viene dal regime repressivo con cui umiliano il loro popolo.
Di parole feroci Medvedev ne ha sempre sparate dopo il 24 febbraio evocando più volte il ricorso alle armi nucleari. Ma dichiarare di volerci uccidere tutti, beh è un po’ troppo. Eravamo abituati alle smargiassate di sedicenti giornalisti trombettieri del regime che dalle tv di Mosca scherzavano sull’onda anomala che potrebbe ingoiare il Regno Unito. Ci sembrava persino solo un eccesso di vodka l’ipotesi formulata da un deputato della Duma che prefigurava il rapimento del ministro della Difesa di un Paese della Nato.
Ma il pupillo di Putin è accecato da un’insensatezza umiliante per lui e per il ruolo che riveste. Ma siccome non lo odiamo vogliamo concedergli un’attenuante: Medvedev si veste da superfalco perché vuole -forse- candidarsi alla successione di Putin, non più solo per tenergli in caldo la poltrona come fece in passato ma per tenersi tutto il potere. E va bene. Ma non c’è bisogno di trasformare il Cremlino in un Papeete.
Fonte foto: Imagoeconomica