NAPOLI (ITALPRESS) – Cento milioni di euro spesi per i prossimi 4 anni, 500 scuole aperte anche di pomeriggio e sera, trecentomila studenti coinvolti, 12 mila laboratori, 480 mila ore per coinvolgere i ragazzi e circa 13 mila tra enti e associazioni che saranno partner delle scuole. Sono alcuni numeri del programma di "Scuola Viva – 2022-2026", presentato nella sala "De Sanctis" di Palazzo Santa Lucia. "Non credo che ci sia una regione come la Campania impegnata in maniera così intensa nel rapporto con il mondo scolastico – afferma il governatore Vincenzo De Luca – Avete vissuto anni complicati, tempi difficili e il vostro lavoro quanto più è prezioso tanto più è diventato complicato in questa società. Trasmettere valori, tenere insieme le famiglie a rischio e portarle nelle scuole, impegnare i ragazzi in stage formativi è un modo per aiutare la società ad andare avanti. Non ci possono essere solo iniziative repressive se non c'è un lavoro educativo di base diventa complicato". "Scuola Viva non è solo un programma o il fatto di investire dei fondi, ma significa avere fiducia in persone che credono in quello che fanno" afferma l'assessore Lucia Fortini che ha voluto il progetto. "In questi anni abbiamo costruito delle relazioni ed è un'emozione che non si puo' spiegare perché questo fa della scuola campana una comunità. Dopo due anni massacranti per via del covid il fatto che si ricominci è un messaggio di fiducia straordinario. 'Scuola Viva' è prendere i ragazzi piu difficili, che la scuola la vivono con distanza e creare un legame emotivo con loro". Nel corso dell'incontro è stata presentata l'iniziativa "Un'onda musicale" (da piazza Carità al Plebiscito), in programma domani. "Sono coinvolti 1700 ragazzi – afferma il maestro Carlo Morelli – trentadue le scuole impegnate. Al di là del dato musicale, 1700 ragazzi saranno dispiegati da piazza Carità a Piazza dei Martiri, una sorta di ola a distanza di due metri dove i ragazzi suoneranno 'O Sole mio' e 'We are the world'. Vedere tanti giovani musicisti è la cosa più bella che mi poteva capitare". "Ho dato una mano a questo progetto, rappresento la Chiesa di Napoli che offre il suo supporto alla città – aggiunge monsignor Adolfo Russo, presidente della Fondazione 'Fare chiesa e città' – Volevo aggiungere solo una cosa, quando parliamo di Conservatorio vorrei sottolineare che nel '600 e '700 era un luogo dove si accoglievano i bambini poveri, per dare loro un tetto, per imparare a leggere e scrivere e poi capirono che la musica poteva essere una potente leva educativa. Oggi siamo tutti insieme per dare fiato alle trombe che domani sentiremo. – foto Ufficio stampa Regione Campania (ITALPRESS). pc/red 31-Mag-22 16:51