sabato, 21 Dicembre, 2024
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Calciomercato: necessario intervento normativo su plusvalenze

Dopo aver confermato la decisione del Tribunale federale in merito al processo sulle plusvalenze (proscioglimento degli 11 club e dei 61 dirigenti finiti sul banco dell’accusa per le operazioni di mercato sospette), la Corte d’appello della Federcalcio, presieduta da Mario Luigi Torsello, ha evidenziato la necessità e l’urgenza di un intervento normativo sul tema.

“Appare tanto più indispensabile se si considera che le operazioni in oggetto – relative alla compravendita dei diritti alle prestazioni dei calciatori – e i valori a cui vengono effettuate, influenzano in misura determinante la qualità del bilancio e la sua finalità, cioè la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria e reddituale di una società sportiva” ha scritto la Corte. “L’esame dei bilanci delle società calcistiche – aggiungono i giudici – evidenzia che eventuali sopravvalutazioni nell’acquisto dei diritti molto raramente vengono svalutate negli anni successivi”.

Da qui “la necessità dell’intervento urgente del Consiglio federale” sollecitato dalla stessa Corte d’appello, che ha disposto la trasmissione della decisione al presidente della Figc, Gabriele Gravina: “È diffusa la percezione che alcuni valori si siano formati in modo totalmente slegato da una regolare transazione di mercato, ma non è possibile verificare se le modalità della loro formazione rispettino delle regole codificate perché non esistenti. Si ritiene pertanto indispensabile la definizione di principi-guida nelle valutazioni che possano permettere di verificare se le scelte concrete delle società da essi si discostino, individuando una serie di elementi di riferimento”. Resta la doppia sconfitta – tribunale federale e Corte d’Appello – della procura federale.

Il primo grado si era concluso con l’assoluzione di tutti i 61 imputati, dopo la richiesta di ben 458 mesi di inibizione da parte della procura federale e richieste di multe pari a 2,32 milioni di euro. Il secondo grado ha confermato la sentenza, bocciando per la seconda volta il teorema studiato dal pool investigativo coordinato dal procuratore Chinè, che sviluppando un modello matematico per definire il “valore rettificato” di ognuna delle 51 plusvalenze considerate “fittizie” e “gonfiate”, confrontandolo poi con il sito Transfermarkt, aveva messo nel mirino le operazioni compiute da Juventus, Napoli, Genoa, Sampdoria, Empoli, Parma, Pisa, Pro Vercelli, Pescara, Novara e Chievo.

La Corte ha ribadito il principio: due privati possono accordarsi sul prezzo di una compravendita al punto da non poter definire illecita una libera trattativa tra società. Ma appare comunque “singolare che in ambito molto regolamentato, come quello calcistico, sia carente proprio questa disciplina che assume un ruolo di massima criticità nei bilanci”. “Questa regolamentazione assumerebbe valore anche in fase di controllo dei bilanci” conclude la Corte.

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