Chiedono con forza che venga riconosciuta ai loro docenti la possibilità di potersi abilitare per lavorare con la dignità di cui hanno bisogno e con una prospettiva di stabilità.
I rappresentanti delle scuole paritarie, nei giorni scorsi in audizione davanti alle Commissioni riunite Cultura e Lavoro (nell’ambito dell’esame del cd. “Salva precari”) hanno rivendicato con forza la parità sancita dalla legge 62 del 2000.
Virginia Kaladich, presidente nazionale della Fidae, la Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie che rappresenta e difende gli interessi dei suoi soci in tutte le sedi ecclesiastiche e laiche, istituzionali e professionali, nazionali e internazionali, ha espresso con fermezza le ragioni degli addetti ai lavori del settore nel quale opera.
Ecco come ha risposto alle domande de la Discussione.
Presidente, le scuole paritarie stanno attraverso una fase di estrema difficoltà per quanto riguarda la
gestione del personale docente. Come mai?
“Attualmente siamo nella condizione di non avere docenti abilitati in quanto da tempo non vengono espletati i concorsi che permettano di abilitarsi. Come scuola paritaria abbiamo l’obbligo di avere alle nostre dipendenze docenti abilitati. Questa situazione ci mette in una condizione di grave difficoltà”.
Per quale ragione?
“Non avendo personale in possesso di tutti i titoli, siamo costretti ad assumere docenti non abilitati a tempo determinato, senza avere la possibilità di trasformare questi contratti. D’altra parte c’è il cosiddetto Decreto dignità che non prevede il prolungamento del contratto a tempo determinato”.
Come si esce da questo imbuto?
“Chiediamo che venga riconosciuta ai docenti la possibilità di potersi abilitare per lavorare nelle scuole paritarie con la dignità di cui hanno bisogno”.
E poi?
“Vogliamo lavorare serenamente. Non è che non vogliamo assumere docenti abilitati: non ce ne sono, perché da tempo non vengono fatti i concorsi abilitanti. Tutto qui. Chiediamo, visto che con la legge 62 del 2000 siamo entrati a far parte, a pieno titolo, del sistema pubblico integrato fatto di scuola statale e scuola paritaria, pari dignità”.
Quali i rischi a cui andiamo incontro?
“Quei pochi che hanno fatto, diversi anni fa, i percorsi abilitanti, ad un certo punto, vengono assunti dallo Stato, nel senso che ottengono l’immissione in ruolo. E noi dobbiamo ricominciare con la formazione di nuovo personale ma non abbiamo mai i titoli giusti. Ormai sono passati venti anni dalla legge della parità, se lo Stato ci riconosce pari, deve anche assicurarci la stessa dignità. Chi lavora nelle nostre scuole non può sempre vivere in questa situazione di precarietà. Noi poi ci troviamo in difficoltà, perché non riusciamo a dare una continuità, perché è un continuo turnover. A chi giova tutto questo?”.