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Pnrr, entro giugno 58 impegni, 9 realizzati. Draghi e il principio di realtà

lunedì, 23 Maggio 2022
1 minuto di lettura

Distratti dalle polemiche sulla guerra, i partiti della grande coalizione si sono forse dimenticati che per avere la prossima tranche di soldi dall’Europa bisogna rispettare numerosi impegni. E siamo in ritardo.

Complessivamente, di tutto il Pnrr abbiamo completato 122 misure, ne rimangono 551 di cui 64 sono in corso, 22 in stadio avanzato e 17 quasi fuori tempo. Il rischio è che si crei un ingorgo, anche parlamentare, che metta a rischio il rispetto della scadenza del 30 giugno. Data entro la quale dobbiamo attuare 58 impegni di cui solo 9 sono stati attuati, 17 sono a buon punto. Gli altri 32 sono per strada.

Draghi ha strigliato la maggioranza sul disegno di legge sulla concorrenza una delle riforme più attese dall’Europa. Ha scritto anche alla Presidente del Senato per chiedere che entro fine mese si arrivi al voto finale. Il richiamo investe tutte le forze politiche della maggioranza che su varie questioni non si sforzano di trovare un accordo. Il Governo potrebbe essere costretto ad andare avanti con voti di fiducia. Ma questo poi suonerebbe come un’offesa al Parlamento. Insomma siamo alle solite: i partiti fanno melina e il Governo deve forzare il gioco. Non va bene.

La sensazione è che si sia perso per strada il principio di realtà. Alcuni partiti pensano già alla elezioni politiche del 2023 e si mettono a caccia di voti avendo come unica bussola i sondaggi di opinione e non il senso di responsabilità. Lo fanno con cinismo perfino su temi delicati come quello della guerra, cambiando posizione un giorno si e l’altro pure e minando alla base lo spirito per cui questo governo è nato: fronteggiare l’emergenza economico-sociale della pandemia usando bene i soldi messi a disposizione dall’Europa. L’invasione russa dell’Ucraina ha aggiunto una seconda emergenza.

Quindi ci si sarebbe aspettato un supplemento di responsabilità da parte dei partiti della maggioranza. Invece alcuni si sono prese le libertà di fare di testa propria violando le regole dello stare insieme. Non passa giorno che Conte e Salvini non si esprimano in dissenso dalla linea del Governo su vari temi. Come si può andare avanti così? Draghi non può consentire che questi giochetti facciano perdere solidi e prestigio al nostro Paese. Un richiamo forte al principio di realtà si impone. Se la risposta a questo richiamo sarà debole o inadeguata Draghi ne tragga le conseguenze e metta i partiti di fronte elle loro responsabilità.

Giuseppe Mazzei

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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