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Sicurezza informatica, la miglior difesa è l’attacco

domenica, 22 Maggio 2022
1 minuto di lettura

La polizia postale è stata brava e ci ha tranquillizzato. Gli attacchi hacker di Killnet non hanno causato danni permanenti alle strutture dei siti delle istituzioni del nostro paese, ma ne hanno solamente rallentato la funzionalità.
Anche l’Agenzia per la Cybersecurity ha emanato un comunicato in cui ha chiarito che i virus usati da ultimo non sono del tipo ransomware, cioè quelli che rubano dati e prevedono riscatti per restituirli.

In ogni caso, ciò che sta accadendo in questi giorni nel nostro spazio di sicurezza cibernetica non può lasciarci indifferenti. Gli attivisti filorussi di Killnet hanno chiaramente dichiarato guerra all’Italia, e noi dobbiamo difenderci. L’Europa deve difendersi da queste che sono, e saranno sempre di più nel prossimo futuro, le vere minacce alla sicurezza e alla democrazia dei paesi occidentali.

Questi ultimi sono drammaticamente indietro nell’avanzamento della cultura della protezione fisica e giuridica di internet e dei suoi confini. Si, perché l’unico vero problema rimane questo.

Assegnare allo spazio virtuale dei limiti da far rispettare a chiunque vi transiti. Il tutto deve passare, a mio avviso, almeno da due direttrici principali: la prima è quella di nuove leggi, che consentano gli attacchi difensivi alle postazioni rilevate come ostili ai nostri ordinamenti giuridici. La seconda opzione potrebbe essere quella di responsabilizzare direttamente le società e i governi che hanno la gestione diretta e indiretta degli spazi virtuali dove tutti quotidianamente navighiamo.

Non pensiamo infatti che gli hacker si fermino solamente ai siti delle nostre infrastrutture istituzionali, dato che è verosimile aspettarsi – Killnet lo ha peraltro già annunciato – dei tentativi di intromissione negli spazi di imprese strategiche, dell’informazione, oppure collegate alla sanità e alla sicurezza.

In un periodo nel quale la crisi economica del post pandemia e della guerra sfiancheranno sempre più il sistema economico privato, l’ultima cosa che possiamo permetterci sono i danni milionari derivanti da blocchi di attività e servizi a seguito di minacce sui software e su internet in generale.

L’utilizzo delle tecnologie informatiche è ormai talmente necessario e recepito anche nelle aziende più piccole del globo da rendere la sicurezza nazionale mai così tanto vulnerabile come in passato.
È tempo di scelte coraggiose anche contro i criminali del web.
*Ranieri Razzante, Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa 

Ranieri Razzante*

Dottore commercialista e Revisore dei conti, Avvocato in Roma.
Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa.
Docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” nell’Università di Bologna (sede di Forlì), e di “Diritto dell’Economia” presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
Docente titolare altresì di “Legislazione antiriciclaggio e antiterrorismo” presso gli Istituti di Istruzione delle Forze dell’ Ordine.
È stato Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Fondatore e Presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio (AIRA). Dirige il “Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo” (CRST) in Roma.
Opinionista TgCom 24 e Rai su tematiche legate alla Sicurezza e alla Geopolitica.
Direttore delle riviste “Diritto penale della globalizzazione” e “Antiriciclaggio & Compliance”.

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