PALERMO (ITALPRESS) – La cultura della legalità per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma anche per rispondere a una criminalità che si riaffaccia sul mondo d'impresa con l'avvento della crisi pandemica e degli effetti del conflitto in Ucraina: una cultura promossa dagli imprenditori e garantita dalla vigilanza dello Stato. Questo, a due giorni dal trentennale della strage di Capaci, il tema centrale del convegno organizzato da Confcommercio a Villa Igiea, con l'obiettivo di analizzare il ruolo attuale delle rappresentanze d'impresa contro la criminalità: presenti diversi rappresentanti delle istituzioni, tra cui la sottosegretaria di Stato alla giustizia Anna Macina, il prefetto Giuseppe Forlani, il procuratore generale presso la Corte d'Appello Lia Sava e il presidente del Tribunale Antonio Balsamo. Ai lavori ha preso parte anche Maria Falcone, presidente dell'omonima Fondazione, che ha inserito l'evento nel programma delle iniziative per la ricorrenza del trentennale. L'appuntamento è il primo di una serie di incontri dedicati alle politiche e agli strumenti per la libertà d'impresa organizzati da Confcommercio sul territorio nazionale nell'ambito dell'iniziativa 'Legalità, ci piace'. "Tutto ciò che facciamo è rivendicare il diritto alla libertà d'impresa: il nostro è stato e continuerà a essere un contributo costante e convinto sulla strada della legalità. Se siamo liberi dalla mafia l'impresa cresce più velocemente -, spiega la vicepresidente nazionale di Confcommercio Patrizia Di Dio, – Lasciatemi anche sottolineare la forza rivoluzionaria di chi fa il proprio dovere tutti i giorni in silenzio, senza proclami, perché lo considera la normalità del proprio agire in sintonia con il proprio sentire. Pure nelle difficoltà immani, sono testimoni silenziosi di eroismo quotidiano e tassello fondamentale del grande mosaico di cui si compone la coscienza civica, baluardo della nostra stessa democrazia". Poi un'amara riflessione sullo scenario attuale: "La crisi ha provocato guasti, ha determinato le condizioni di un disastro sociale in corso, ha sottratto liquidità alle imprese, ha peggiorato i rating creditizi, ha chiuso le porte del credito proprio nel momento più complesso e ha aperto nuovi spazi al crimine e all'usura", afferma Di Dio. Nel rivolgersi agli imprenditori, Maria Falcone sottolinea la necessità di tenere la guardia alta: "Non sono esperta di imprese, ma sono esperta di mafia. Quello che mi sento di dirvi è: riscrivete la storia economica di Palermo e della Sicilia. La pressione del pizzo non si è esaurita, Cosa nostra riesce ancora a pervadere la società per conseguire profitti: il mezzo più efficace con cui sconfiggerla è lo sviluppo economico", sottolinea la presidente della Fondazione. Anche Macina identifica l'economia come strumento più efficace per contrastare la criminalità organizzata: "Il Pnrr può e deve essere la chiave di volta per riscrivere il nostro futuro sotto l'aspetto finanziario, ma è fondamentale che la burocrazia faccia un passo indietro per lasciare libertà di espressione alle piccole e medie imprese. Come ha dimostrato l'esempio di Falcone e Borsellino, la pervasività della mafia può essere sconfitta dalla pervasività dello Stato". Tale pervasività è fondamentale, secondo Sava, nella misura in cui "dove non arriva lo Stato con risposte rapide è probabile arrivi il boss di quartiere: questo non possiamo permetterlo, servono azioni di tutela concrete sia dalla politica che dalla magistratura. Tra i soggetti a rischio ci sono, in particolare, i familiari delle persone detenute: se non vengono tutelate adeguatamente il rischio di finire nelle mani sbagliate è fortissimo". Il procuratore generale traccia poi i rischi più concreti per il mondo d'impresa: "Non derivano solo dalle associazioni criminali: oggi uno dei pericoli maggiori deriva dagli attacchi informatici, con il rischio di perdere in un attimo anni e anni di materiali raccolti -, spiega Sava, – La libertà di fare impresa è tutelata dalla Costituzione, se qualcuno o qualcosa la mette in pericolo è compito della politica dare risposte. Ma finché la maggior parte dei protocolli di legalità rimane lettera morta non risolviamo nulla". Il contrasto alla criminalità organizzata ha avuto, secondo Forlani, uno spartiacque fondamentale nelle stragi del '92. "Prima ogni azione veniva portata avanti da magistratura e forze dell'Ordine, dopo il sacrificio di Falcone e Borsellino la società civile ha compreso la necessità di avere un ruolo attivo per porre un freno ai fenomeni criminali. Anche la ribellione e la conseguente uccisione di Libero Grassi hanno costituito un esempio fondamentale", sottolinea il Prefetto. Anche Balsamo ha reso omaggio all'imprenditore assassinato in via Alfieri il 29 agosto 1991: "Mio padre lo conosceva: già da ragazzo aveva dentro di sé una fortissima cultura della libertà. La sua reazione ha mandato un messaggio chiaro tanto allo Stato quanto al mondo imprenditoriale". Sul ruolo spartiacque delle stragi, il presidente del Tribunale sottolinea come "negli anni '70-80 Palermo aveva il volto della mafia, oggi ha il volto di Giovanni Falcone". (ITALPRESS) – credit photo xd8 – xd8/spf/red 21-Mag-22 13:16