Presidente Serpillo, qual è il futuro della nostra sovranità alimentare?
“Il futuro desta qualche preoccupazione: la Cina sta dando vita alla Nuova Via della Seta, si conferma leader in Africa e dall’inizio dell’anno ha già stoccato il 50% del fabbisogno di grano, il 65% di mais, il 55% di riso. In ITALIA, invece, potrebbe ridursi non solo la disponibilità di MAIS per alimentazione animale, ma anche pesticidi e fertilizzanti, il cui prezzo tenderebbe ad aumentare considerevolmente. Si dovrebbero diversificare le importazioni, per non sottovalutare poi che le commodities nordamericane sono soprattutto OGM, il che contrasta con i disciplinari del Made in Italy. Quindi mi chiedo: quando riusciremo a formulare una risposta politica efficace?”.
Quali sono, per Lei, le lacune strutturali o le ombre del PNRR?
“L’attuazione dovrebbe necessariamente comprendere il coinvolgimento di tutte le Autorità centrali, locali e regionali, unitamente alle Organizzazioni della Società civile. Purtroppo, però, siamo ancora lontani dal raggiungere gli intenti: Istituzioni, persone, cittadini e consumatori non sono pronti e non è stata ancora attivata un’opera di sensibilizzazione ed informazione efficace. A mio avviso, il coinvolgimento deve essere multidimensionale e partecipato!”.
Presidente, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedica attenzione ai giovani?
“Nella Missione 5-Inclusione e coesione il Piano prevede una spesa di 8 miliardi destinati agli under 35, ma non è sufficiente! Solo un Paese davvero coeso, concentrato su obiettivi di larga scala e con un’ottica redistributiva potrà essere competitivo nel complicato mondo di domani. Il PNRR impatta direttamente ed indirettamente sui giovani: in che modo possiamo meglio contribuire alla transizione generazionale, se non consegnando loro una Società più giusta, più partecipata, più eterodiretta?”.
Riusciranno Enti ed Istituzioni locali a gestire i programmi ed i relativi fondi nei tempi previsti?
“Non ne sono affatto convinto! Come Unione Coltivatori Italiani riteniamo necessaria un’accelerazione sulla semplificazione normativa, che permetta di diffondere nei territori le opportunità legate alle agroenergie, risorse importantissime che vanno sostenute attraverso sburocratizzazione e semplificazione delle norme. Una volta pubblicati i Bandi, infatti, buona parte dei fondi viene gestita localmente dalle Regioni, quelle stesse Regioni che spesso (soprattutto in certe aree del nostro Paese) non dispongono dell’esperienza e delle competenze necessarie per programmare e finalizzare la spesa con coerenza ed efficacia. Il PNRR dovrebbe diventare l’occasione per dotare le Amministrazioni locali delle professionalità e della strumentazione necessaria”.
PNRR ed Agenda 2030: quali prospettive?
“Il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU richiede sistemi agroalimentari inclusivi, sostenibili, efficienti e rispettosi delle esigenze della sicurezza alimentare. Per una tale trasformazione occorrono, però, azioni sinergiche e funzionali: bisognerebbe avere un piano concreto di logiche di investimento e infrastrutture più efficienti e ben distribuite; formazione ed informazione degli agricoltori e allevatori; studio accurato ed approfondito dei nuovi orientamenti dei consumatori. Urge una gestione del territorio più multidimensionale e partecipata: solo le innovazioni tecnologiche, con la riorganizzazione del sistema produttivo, possono contribuire efficacemente ad accelerare le profonde trasformazioni in atto!”.
Presidente, una battuta conclusiva?
“Per concludere, tengo a ricordare l’importanza del rispetto del principio di non arrecare danno significativo, il cosiddetto DNSH (Do No Significant Harm). Dobbiamo impegnarci di più e meglio, coordinandoci con maggior sinergia, per aggiornare e migliorare il PNRR, offrendo il nostro contributo concreto agli imprenditori, ai consumatori e ai cittadini, affinché questa opportunità unica di investimento si possa realizzare nel migliore dei modi! Le Amministrazioni, pertanto, sono chiamate a garantire concretamente che ogni misura non arrechi danno significativo agli obiettivi ambientali, adottando specifici requisiti nei diversi atti programmatici ed attuativi e monitorando le diverse fasi di realizzazione degli interventi, dalla programmazione iniziale al collaudo finale, con la dichiarazione di regolare esecuzione. Si tratta di un aspetto delicatissimo, in quanto il mancato rispetto del DNSH può comportare la sospensione dei pagamenti e l’avocazione del procedimento. Di tutto questo ho relazionato nella tavola rotonda “PNRR: priorità e futuro dell’Italia”, che si è svolta ieri presso il Palazzo dell’Informazione AdnKronos, in presenza -oltre che di AEPI- degli onorevoli Boccia, Calenda, Conte, Meloni, Carfagna, Gelmini”.