Italia e Israele insieme per affrontare le sfide del futuro e per pensare insieme a possibili soluzioni della crisi alimentare che rischia di affliggere il mondo intero. Questo il senso della due giorni di “Techagriculture”, la riunione internazionale organizzata a Napoli, al polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II. Sul tavolo tanti temi di vecchia e nuova data. Pensando all’avvenire prende posto il dibattito sul fotovoltaico e la necessità di concepire sempre di più un’agricltura di “precisione” che migliori le performance riducendo i costi e adeguandosi ai cambiamenti climatici.
Più di impatto attuale il discorso sugli effetti dell’emergenza agroalimentare: dall’aumento esponenziale del prezzo del grano e delle materie prime ai blocchi dell’export da parte di interi paesi che rischiano però così di metterne in ginocchio altri, importatori, per i quali suona addirittura l’allarme carestia.
Tra gli scopi dell’iniziativa c’è anche e soprattutto quello di condividere e scambiare il proprio know-how in materia di innovazioni agricole. In questo l’Italia ascolta attentamente perché c’è tanto da imparare da una protagonista a livello globale come Israele. “Il ponte che oggi parte da Napoli e raggiunge Tel Aviv non è un ponte che unisce due zone di produzione e due modelli agricoli, ma è un ponte che vuole unire tutta l’area mediterranea. Dall’unione d’Italia e Israele vogliamo dare oggi un segnale”, afferma Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha spinto particolarmente, assieme all’ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, affinché si concretizzasse questo incontro.
“I due paesi, unendo le loro tecnologie in un momento così difficile, dimostrano che l’agricoltura può produrre di più preservando le risorse naturali, e rispondendo alla domanda di sostenibilità, in un momento in cui la crisi alimentare è drammatica” spiega Giansanti. Ma al polo universitario di San Giovanni a Teduccio, oltre al rettore della Federico II Matteo Lorito e al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ci sono ben tre ministri del Governo italiano a testimoniare come l’appuntamento possa effettivamente gettare le basi per un cambiamento strutturale nell’approccio al campo dell’agricoltura.
“L’iniziativa di oggi offre spunti molto interessante su cui poi lavorare concretamente nelle prossime settimane”, spiega il ministro del Sud e della Coesione territoriale Mara Carfagna che ricorda i “tanti sostegni al settore agricolo a cominciare dal Pnrr” e parla di “adattare l’agricoltura alle grandi sfide che abbiamo di fronte, a cominciare da quella dei cambiamenti climatici”. “E’ un momento di grande dinamismo, questa iniziativa dell’ambasciata israeliana in Italia e di Confagricoltura è più che mai azzeccata” spiega il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che non rinuncia al suo intervento prima di partire per New York, dove parteciperà ad un importante sessione sulla Food Security.
“In questo momento l’insicurezza alimentare generata dall’invasione russa dell’Ucraina sta costruendo situazioni di instabilità in tutto il mondo, in particolare nei continenti più vulnerabili come l’Africa e l’America Latina. Per questo noi crediamo che sia il momento di investire sempre di più nelle tecnologie, solo il 6% dell’agricoltura italiana è interessata da processi 4.0, noi dobbiamo cominciare a fare aumentare sempre di più questo numero”.
Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli rilancia invece l’allarme sull’aumento del costo del grano: “In questo momento il tema del prezzo della materia prima è un tema centrale. Ci sono fenomeni speculativi in atto, questo è il vero errore dell’Europa: non garantire una piena trasparenza dei mercati e non garantire la capacità di valutazione degli stoccaggi e capire quanto materiale c’è. Quando si parla di carenza di grano – prosegue Patuanelli – vi ricordo che stiamo vendendo il grano che abbiamo raccolto l’anno scorso, non quest’anno. E’ evidente che non c’è un problema di quantità, ma è legato quasi esclusivamente a fenomeni speculativi. In questo l’Europa deve fare certamente di più”. E tra i protagonisti dei vari panel c’è anche Vodafone Italia, con la direttrice del Programma 5G, Sabrina Baggioni. “Il 5G rappresenta un’opportunità per una maggior efficienza e sostenibilità dell’intero settore agricolo – afferma Baggioni -.
Banda ultralarga, bassissima latenza e la possibilità di connettere milioni di oggetti per chilometro quadrato sono caratteristiche che consentono il monitoraggio ed il controllo di tutta la filiera, dal campo alla distribuzione. Dal nostro osservatorio, attraverso il bando Action for 5G dedicato a start up e PMI innovative – conclude – registriamo una forte crescita di progetti dedicati all’Agrifood, sinonimo di un settore produttivo sempre più interessato a cogliere i benefici delle nuove tecnologie”.