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Aiuti militari e pace. Contro Draghi le armi spuntate di Salvini e Conte

martedì, 17 Maggio 2022
1 minuto di lettura

Putin ringrazia Orbàn, ringrazia Erdogan, difficilmente potrà ringraziare anche Salvini e Conte.

C’è sempre qualcuno che si mette di traverso e dà ,anche involontariamente, una mano al capo del Cremlino. Orban lo fa nell’Unione Europea, impedendo le sanzioni sul petrolio russo. Erdogan lo fa nella Nato, dicendo no a Svezia e Finlandia, col pretesto che questi Paesi ospiterebbero quelli che lui definisce “terroristi curdi”, ma che tali non sono. Salvini e Conte fanno quadrato sul no all’invio di nuove armi a Kiev mentre appaiono divisi su Svezia e Finlandia.

È molto improbabile che le posizioni di Lega e 5 Stelle smuovano di un centimetro il Presidente del Consiglio. Dalla parte di Draghi c’è una coerenza di fondo. Di pace aveva scelto di parlare -inascoltato- quando telefonò a Putin. Di iniziative di pace Draghi ha parlato alla Casa Bianca sollecitando iniziative per creare le condizioni di un dialogo che ci sono state: la telefonata tra il segretario alla Difesa usa al suo omologo russo.

Com’è evidente, l’invio di armi dell’Occidente ha consentito agli ucraini di resistere al tentativo di occupazione dell’intero territorio e sta dando loro la possibilità di ricacciare gli invasori da molte aree del Paese. Senza quelle armi ci sarebbe stata la resa di Kiev e il trionfo di Putin. Sostenere, come fa Conte, che le armi non devono essere usate per la controffensiva non ha senso alcuno.

Gli ucraini hanno diritto di liberare i loro territori. Si può chiedere loro di non usare le nostre armi per attaccare in territorio russo. Ma nulla di più. Salvini fa un grande uso delle parole pace e disarmo. Ma l’indirizzo cui inviare questi appelli lo conosce bene, per antichi rapporti di amicizia tra il suo partito e quello di Putin. Non è certo l’Italia il guerrafondaio di turno. Ma Roma stavolta ha agito con lucidità e senza cedere a slogan ad effetto.

Abbiamo aiutato chi ha subito un torto a mettersi nelle condizioni di potersi difendere, abbiamo chiesto ai capi delle due superpotenze di fare un passo per la Pace. Washington ci ha ascoltati. Mosca no. Bisognerà insistere. Certo. Ma senza desistere dal dovere di continuare ad aiutare il popolo ucraino a liberarsi dall’ invasione russa.

Fonte foto: governo.it

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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