La crescita del Pil sia nell’UE che nell’area dell’euro è prevista al 2,7% nel 2022 e al 2,3% nel 2023, nelle previsioni intermedie per l’inverno 2022.
Il downgrade per il 2022 deve essere letto sullo sfondo dello slancio di crescita raccolto dall’economia nella primavera e nell’estate dello scorso anno, che aggiunge circa 2 punti percentuali al tasso di crescita annuale di quest’anno. La crescita della produzione entro l’anno è stata ridotta dal 2,1% allo 0,8%.
Esercitando ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime, provocando rinnovate interruzioni dell’offerta e una crescente incertezza, la guerra sta esacerbando i venti contrari preesistenti alla crescita, che in precedenza si prevedeva si sarebbero attenuati. Ciò ha portato la Commissione europea, nelle previsioni economiche di primavera, a rivedere al ribasso le prospettive di crescita dell’UE e al rialzo le previsioni di inflazione. Il Pil dell’UE dovrebbe rimanere in territorio positivo nell’orizzonte di previsione, grazie all’effetto combinato delle riaperture post-lockdown e alla forte azione politica intrapresa per sostenere la crescita durante la pandemia.
Vale a dire, la riapertura post-pandemia dei servizi ad alta intensità di contatti, un mercato del lavoro forte e ancora in miglioramento, un minore accumulo di risparmi e misure fiscali per compensare l’aumento dei prezzi dell’energia sosterranno i consumi privati. Gli investimenti dovrebbero beneficiare del pieno dispiegamento del meccanismo per la ripresa e la resilienza e dell’attuazione del relativo programma di riforme.